Cubaa Bilel, tunisino di 28 anni, è stato riconosciuto colpevole della morte di Yuri Urizio, cameriere ventitreenne di Como, aggredito in mezzo alla strada in Darsena, a Milano, nel settembre del 2023
Si è chiuso dunque con una condanna – a 14 anni di detenzione – il processo celebrato in Corte d’Assise, a Milano, contro il ventottenne accusato di aver ucciso il ragazzo senza una ragione. Soccorso e ricoverato al Policlinico dopo avere subito una prolungata “pressione a tenaglia” portata al collo a mani nude, Yuri era morto due giorni dopo, il 15 settembre.
L’omicidio di Yuri Urizio senza un perché
Il Tribunale ha disposto per la madre della vittima una provvisionale a titolo di risarcimento immediatamente esigibile di 200mila euro disponendo anche l’espulsione dell’imputato una volta scontata la pena. Sembra che vittima e assassino non si conoscessero. Il movente dell’aggressione non è stato mai chiarito.
Bilel non ha provato a scappare. Ha subito chiarito di aver difeso una ragazza da una rapina. Versione che però non ha mai trovato conferme dalle immagini delle telecamere, né dalle testimonianze, né dal fatto che nessuna donna si è presentata alle forze dell’ordine per sostenere tale tesi.
Chi era Yuri Urizio
Sul suo profilo Instagram le foto di una vita piena di entusiasmo, le serate di lavoro sul lago di Como, in Costa Azzurra e infine a Milano dove viveva da poco con la madre Giovanna. Un giovane appassionato del suo lavoro, la voglia di farcela e alcune frasi, anche su Facebook dove il ragazzo rifletteva e cercava di darsi coraggio nei momenti di difficoltà. “La vita mi ha insegnato che nei momenti peggiori devi cavartela da solo”, scriveva.
Un giovane molto legato alla mamma Giovanna e al padre, scomparso nel 2012, a cui ogni anno dedicava un pensiero anche sui social: “10 anni che non ci sei più. Grazie per proteggermi sempre dall’alto papà”, l’ultimo. Tante le foto di Yuri a Como e sul lago, dove ha lavorato in molti hotel prestigiosi.
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