La questura di Piacenza, con riguardo alla importante indagine sulle gang giovanili per spartirsi la piazza dello spaccio in città e conclusa in queste ore, parla di una «sanguinosa faida tra gruppi di giovani spacciatori. Uno scontro tra un gruppo di cittadini egiziani, contrapposto ad una fazione di cittadini tunisini, chiaramente per il controllo di zone di spaccio in a Piacenza».
Dopo mesi di indagine, scaturita da alcune brutali aggressioni a colpi di coltello e machete, in queste ultime ore sono stati eseguiti nove arresti, 30 denunce a piede libero, tre misure di sorveglianza speciale, la chiusura di due locali pubblici e dodici perquisizioni che hanno portato la sequestro di numerosi coltelli e di circa 800 grammi di droga tra hashish, cocaina, oppiacei, benzodiazepine.
«Le indagini – riferisce la polizia – hanno ricostruito e messo a fattor comune anzitutto una serie di accoltellamenti avvenuti principalmente a cavallo tra giugno e luglio 2024 nell’ambito di uno scontro tra il gruppo di cittadini egiziani, contrapposto ad una fazione di cittadini tunisini, chiaramente per il controllo di zone di spaccio in questo centro cittadino. Un fenomeno che non si era sopito dopo una prima serie di arresti e perquisizioni operati dalla Polizia, visto che lo stesso gruppo di cittadini egiziani nel mese di settembre ha portato avanti alcune aggressioni ai danni, questa volta, di cittadini marocchini, nell’ambito del predominio di zone centrali ove spacciare stupefacenti, ed altre aggressioni ai danni di gruppi di ragazzi incontrati per caso in città, che avrebbero mancato loro “di rispetto”».
«Il gruppo criminale degli egiziani, dedito allo spaccio di stupefacenti e farmaci droganti al dettaglio, per pregressi screzi circa la suddivisione delle zone di spaccio in città, aveva iniziato ad accoltellare i componenti dei gruppi rivali, con aggressioni commesse in gruppi di 20 persone, armate di machete o altre armi da taglio. A dimostrazione dell’efferatezza del gruppo, uno dei leader del gruppo di egiziani, un ragazzo di 22 anni, è stato arrestato nel corso di un solo mese per ben tre volte: due dalla Polizia di Stato per spaccio di sostanze stupefacenti (cocaina, hashish e farmaci oppiacei) ed una dalla Polizia Locale per lesioni aggravate ai danni di un cittadino marocchino, ed è attualmente sottoposto al divieto di dimora in provincia di Piacenza».
«Lo stesso – aggiunge la questura – è inoltre coinvolto nella recente indagine in materia di corruzione e spaccio di stupefacenti a carico di due medici di base piacentini. È emerso dalle indagini come corrompesse un medico di base, peraltro arrestato in flagranza di reato per corruzione in agosto, per ottenere ricette di oppiacei e psicofarmaci da rivendere al dettaglio».
«Anche il gruppo composto da cittadini tunisini, da più tempo presente in città, ha risposto con brutalità ad ogni azione degli egiziani, ed a dicembre la Squadra Mobile ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia in carcere per tentato omicidio a carico del leader della fazione dei tunisini, un pluripregiudicato di 35 anni».
Il 35enne, il 14 luglio scorso, avrebbe accoltellato un cittadino egiziano suo rivale con un fendente al petto; nella circostanza, solo fortuitamente non venivano colpiti organi vitali, e la vittima veniva ricoverata in ospedale riportando 30 giorni di prognosi. Per tale reato è indagata in stato di libertà la moglie, una cittadina italiana classe di 29 anni, che guidava la vettura a bordo della quale il marito aveva raggiunto ed era fuggito dal luogo dell’accoltellamento.
«Questo ferimento – riferisce la polizia – era stato perpetrato come vendetta per un precedente accoltellamento, commesso poche ore prima dalla fazione rivale degli egiziani ai danni di un cittadino tunisino in via Colombo, delitto per il quale i leader della fazione degli egiziani sono invece indagati per lesioni aggravate dall’uso di armi, avendo il ferito riportato 7 giorni di prognosi».
A carico del 35enne è stato anche notificato il provvedimento della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per 18 mesi con obbligo di soggiorno a Piacenza, emessa dal Tribunale di Bologna su proposta del questore di Piacenza, mentre la moglie è stata sottoposta alla misura di prevenzione dell’avviso orale.
Al termine dell’indagine sono state denunciate, per 22 diversi episodi criminali, ben 30 persone, appartenenti ai vari gruppi, a vario titolo per le ipotesi di reato di tentato omicidio, lesioni aggravate, porto di armi, rapina, minacce aggravate e spaccio di stupefacenti. Sono stati eseguiti dalla Squadra Mobile e dalle Volanti 9 arresti, di cui 7 in flagranza e 2 su ordinanza di custodia cautelare, sono stati sequestrati 789 g di stupefacenti (hashish, cocaina, oppiacei e benzodiazepine) e 14 armi da taglio. In particolare, sono stati ricostruiti dalla polizia sette accoltellamenti, di cui tre qualificati come tentato omicidio. Un ottavo accoltellamento è stato invece ricostruito dal Nucleo Investigativo dell’Arma dei Carabinieri, e contestato nell’atto di chiusura delle indagini preliminari.
Sono stati adottati anche dei provvedimenti amministrativi: il locale di barberia che fungeva da base per il gruppo dei tunisini, nel corso dell’estate è stato per diverso tempo chiuso dal Comune di Piacenza su proposta dell’Ausl a seguito di ispezione condotta con Squadra Mobile, nel corso della quale era stata anche sequestrata droga sia addosso al barbiere che in terra. Parallelamente alle attività che hanno portato la Polizia di Stato a procedere con diversi arresti, perquisizioni e sequestri, è stato svolto anche un monitoraggio dei social network utilizzati dai giovani criminali per propagandare le loro azioni illegali.
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