”Ne basta una sola: accoglienza. Accoglienza all’altro, di qualunque colore, di qualunque religione, etnia, nazionalità. L’accoglienza risolverebbe tutti i problemi”, ha detto la senatrice a vita Liliana Segre al Quirinale, rispondendo alla domanda di una giovane che le ha chiesto quali parole non dovrebbero mancare nel linguaggio di ognuno di noi per abbattere il muro dell’indifferenza.
”Studiare la storia, studiare la geografia e staccarsi da quella terza mano che avete e che è il telefonino”, ha poi aggiunto. ”Sono stata molto fortunata da bambina, perché per 13 anni ho avuto così tanto amore che è stato uno scudo fantastico anche quando vestivo l’uniforme di Auschwitz, per cui mai avrei potuto essere altro che una donna di pace”, ha quindi affermato.
”Il giorno in cui fuggirono i nazisti vidi uno dei capi liberarsi della divisa e della pistola ebbi l’impulso a raccoglierla per sparargli. In quel momento compresi l’enorme differenza che c’era tra me e lui. Mai, io, per alcuna ragione, avrei potuto uccidere nessuno. Diventai allora una donna di pace”, ha raccontato Segre. Adnkronos