PALERMO, 18 GEN – A 57 anni dal terremoto che il 14 gennaio del 1968 seminò morte e distruzione, tredici sindaci della Valle del Belìce lanciano un appello “per impedire una nuova devastazione del territorio, provocata questa volta non dalla furia della natura ma dall’uomo”. Sono firmatari di un Manifesto con il quale esprimono “la loro contrarietà e denunciano la pioggia di richieste giunte negli ultimi mesi per realizzare decine di Parchi Eolici, con torri alte fino a 200 metri, e distese di pannelli fotovoltaici per centinaia di ettari, che rischiano di deturpare in modo irrimediabile una delle zone più belle e incontaminate della Sicilia”.
Il documento, siglato nel corso di una riunione promossa dal sindaco di Montevago Margherita La Rocca Ruvolo, verrà consegnato oggi al Capo dello Stato Sergio Mattarella e al Presidente della Regione siciliana Renato Schifani, presenti alla cerimonia di inaugurazione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025.
I firmatari dell’appello, pur non dichiarandosi contrari alle energie alternative, sottolineano tuttavia “l’esigenza di promuovere uno sviluppo economico del Belìce legato alla bellezza dei luoghi, alla difesa del paesaggio e dell’ambiente, alla sua vocazione agricola e turistica piuttosto che a una aggressione indiscriminata e selvaggia di un territorio che punta alla rinascita anche attraverso l’Arte e la Cultura, tanto che Gibellina è stata designata città italiana dell’Arte contemporanea per il 2026 e con essa l’intera valle del Belìce”.
Per tutti questi motivi i tredici sindaci, che fanno parte anche del Gal Valle del Belìce, chiedono che “vengano sospese le procedure autorizzative per la realizzazione di nuovi impianti e che vegano revocate quelle relative a cantieri non ancora avviati e soprattutto che vengano individuate dalla Regione, con un apposito Piano, le aree non idonee alla realizzazione di impianti da fonte fotovoltaica ed eolica”. Il documento ricorda infine che le richieste di connessione rilasciate alla rete elettrica nazionale “in Sicilia hanno superato di ben 4 volte gli obiettivi regionali fissati per legge e di ben 8 volte se si contano le richieste in istruttoria” e che la maggior parte delle pratiche “è localizzata nei territori delle province di Trapani (262) e Agrigento (144) che insieme rappresentano quasi il 40% delle richieste regionali”. (ANSA).