di Armano Manocchia – Malgrado quello che dicono e vogliono far credere, la strage jihadista di Magdeburgo è la cartina di tornasole de […] «l’incompreso flagello che stiamo vivendo con l’invasione islamica dell’Occidente» dove «L’Europa non è più l’Europa; è diventata l’«Eurabia», una colonia dell’islam, nella quale l’invasione islamica non procede soltanto in senso fisico ma penetra anche nelle menti e nella cultura. Il servilismo nei confronti degli invasori ha avvelenato la democrazia, con ovvie conseguenze per la libertà di pensiero e per lo stesso concetto di libertà»
E di questa invertebrata Unione Eurobea, Oriana Fallaci diceva: «[…] Eurabia dove parlare di pietà e di speranza non va più di moda, dove le radici cristiane non sono più rivendicate nemmeno da una presunta Costituzione»
«[…] sono crollati e crollano […] tutti i popoli che dimenticano di avere un’anima. Ci stiamo suicidando, cari miei. Ci stiamo uccidendo col cancro morale, con la mancanza di moralità, con l’assenza di spiritualità. […] Ecco perché l’Europa è diventata Eurabia e l’America rischia di diventarlo. Ed ecco perché, segnati in fronte dal marchio di cui parlo ne «L’Apocalisse», il marchio della schiavitù e della vergogna, molti occidentali finiranno inginocchiati sul tappetino a pregare cinque volte al giorno il nuovo padrone cioè Allah»
E affondava il coltello nella piaga: «Tre punti che considero cruciali. Punto numero uno. […] l’immigrazione […] il Cavallo di Troia che ha penetrato l’Occidente e trasformato l’Europa in ciò che chiamo Eurabia. […].
Punto numero due. Non credo nella fandonia del cosiddetto pluriculturalismo. […] E ancor meno credo nella falsità chiamata Integrazione. […] gli immigrati mussulmani materializzano così bene l’avvertimento che nel 1974 ci rivolse all’ONU il loro leader algerino Boumedienne. «Presto irromperemo nell’emisfero Nord. E non vi irromperemo da amici, no. Vi irromperemo per conquistarvi. E vi conquisteremo popolando i vostri territori coi nostri figli. Sarà il ventre delle nostre donne a darci la vittoria. […].
Punto numero tre. Soprattutto non credo alla frode dell’Islam Moderato. […] E continuerò a ripetere: «Sveglia, Occidente, sveglia! Ci hanno dichiarato la guerra, siamo in guerra! E alla guerra bisogna combattere».
Non risparmiava niente a nessuno: «Sì, io odio i Bin Laden. Odio gli Zarkawi. Odio i kamikaze e le bestie che ci tagliano la testa e ci fanno saltare in aria e martirizzano le loro donne. Odio i bastardi che insozzano le facciate delle chiese. Odio gli Ward Churchill, i Noam Chomsky, i Louis Farrakhan, i Michael Moore, i complici i collaborazionisti, i traditori, che ci vendono al nemico»
E «Non è vero che la verità stia sempre nel mezzo. A volte sta da una parte sola».
Aggiungeva inoltre: «[…] l’Occidente è […] malato. Malato del cancro morale e intellettuale di cui parlo nella mia Trilogia. E sa qual è il particolare più miserevole? È che ad alimentare quel cancro sono proprio coloro i quali si definiscono progressisti, illuminati, liberali, uomini e donne di sinistra»
«Dal Pacifico all’ Atlantico, dall’Atlantico al Mediterraneo, dal Mediterraneo al Mar Artico, l’Occidente è malato di una malattia che nemmeno miliardi di cellule staminali potrebbero guarire: il cancro morale, intellettuale e morale […] Proprio a causa di quel cancro non comprendiamo più il significato della parola Morale, non sappiamo più separare la moralità dall’immoralità o dall’amoralità»
Infine affermava: «Non si può sopravvivere se non si conosce il passato. Noi sappiamo perché le altre civiltà sono scomparse: per eccesso di benessere e ricchezza e per mancanza di moralità e spiritualità… Nel momento stesso in cui rinunci ai tuoi principi e ai tuoi valori… in cui deridi questi principi e questi valori, tu sei morto, la tua cultura è morta e la tua civiltà è morta»
Armando Manocchia