“Darò una mano a costruire un centrosinistra credibile”: il dem Paolo Gentiloni, ex commissario europeo per gli Affari economici, torna in campo per aiutare il Partito democratico della segretaria Elly Schlein, di cui lui è stato uno dei fondatori. Ora che è libero dagli impegni di Bruxelles, c’è chi nel partito – soprattutto tra i riformisti – lo vede come l’erede di Romano Prodi, cioè come un federatore capace di portare la coalizione di centrosinistra al governo del Paese.
Se qualcuno, quindi, gli affiderebbe un ruolo puramente politico, qualcun altro invece lo considererebbe come una riserva della Repubblica, destinato a incarichi istituzionali. Al momento, comunque, l’unica preoccupazione di Gentiloni sembra essere proprio il centrosinistra. “C’è ancora molta strada da fare in una democrazia in cui ora non c’è un’alternativa forte – ha dichiarato ai microfoni del programma Start di Sky Tg24 -. Contribuirò a rafforzare il ruolo del Pd e questa visione di un’alternativa di cui faranno parte tutte le forze, cinquestelle inclusi, che vorranno partecipare”.
L’ex commissario, poi, ha detto la sua anche su alcuni temi di attualità, come la crisi di Stellantis culminata nelle dimissioni dell’ad Carlos Tavares: “Una crisi che viene da lontano, bisogna investire sulle nuove auto del futuro”. L’Autonomia differenziata, invece, l’ha definita “una riforma che non aiuta il Paese. L’autonomia delle regioni è un valore importante, sancito dalla Costitituzione. Il progetto che la traduce giustamente è stato ridotto dalla Corte Costituzionale”.
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