Luca Ricolfi torna a suonarle alla sinistra. Accade ai microfoni di Radio Radio Tv. Qui il sociologo ha voluto dire la sua sul patriarcato
“Se vogliamo usare le parole in modo arbitrario, possiamo dire quello che vogliamo. Se, però, vogliamo usarle in modo proprio, patriarcato vuol dire una cosa precisa: che c’è il patriarca, che c’è l’autorità paterna che, per esempio, determina chi devono sposare o che lavoro devono fare i figli, che tiene la donna chiusa in casa”. In Italia – ha precisato – il patriarcato “non esiste” se non “in un pezzo del Paese, quello islamico”.
Insomma, per Ricolfi “il resto d’Italia non è in una situazione di dominio del patriarcato: quello che c’è, è un’altra cosa, che secondo me è anche più inquietante, cioè il maschilismo. Il maschilismo non è patriarcato, ma il fatto che l’uomo pensi di avere il diritto e la forza di controllare la donna. Maschilista è la pubblicità, è l’atteggiamento di chi pensa che la donna debba essere un possesso. Questo c’è. Tutta l’industria pubblicitaria è basata sull’uso del corpo della donna per vendere prodotti, ma chiamarla patriarcale è fuorviante”.
Il motivo è chiaro: “Se ragioniamo in termini di maschilismo, capiamo che le donne sono molto più insicure nei Paesi civilizzati. L’Italia è uno dei Paesi in cui il numero dei femminicidi è uno dei più bassi. È giusto prendere qualsiasi iniziativa di contrasto, è fuori discussione. Cos’è successo nei Paesi avanzati? I maschi non hanno retto il contraccolpo delle conquiste delle donne”.
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