Oltre una condanna esemplare nel processo penale, la famiglia di Giulia Cecchettin, uccisa dal fidanzato Filippo Turetta l’11 novembre del 2023, ha chiesto un risarcimento danni di oltre 2 milioni di euro
Ma come si arriva a quantificare il “valore” di una persona cara che è stata uccisa? Niente è lasciato al caso, esistono tabelle precise, elaborate dall’Osservatorio di Milano, che calcolano il danno risarcibile. Il primo parametro preso in considerazione è il “danno da perdita del rapporto parentale” in questo caso per il padre di Giulia, Gino. Come spiega la Cassazione, “quel danno che va al di là del crudo dolore che la morte in sé di una persona cara, tanto più se preceduta da agonia, provoca nei prossimi congiunti che le sopravvivono perché include anche quella sensazione di vuoto costituito dal non poter più godere della presenza e del rapporto con chi è venuto meno e perciò nell’irrimediabile distruzione di un sistema di vita”.
Il caso particolare di Gino e Giulia
Il caso di Gino e Giulia è poi ancora più particolare perché, secondo il legale della famiglia Cecchettin, il vuoto lasciato dalla morte della figlia è amplificato dalla “perdita della moglie subita pochi mesi prima, che “ha determinato una condizione di profonda sofferenza e una irreversibile compromissione della sua esistenza”. Per queto motivo è stato richiesto un risarcimento di oltre 1 milione per il padre di Giulia.
Come si calcola il risarcimento
Per calcolare la cifra si seguono parametri precisi. Le tabelle dell’Osservatorio sono suddivise in numerosi punti, ognuno dei quali ha un valore di 3.911 euro. L’avvocato della famiglia Cecchettin ne ha contati 82 così suddivisi: 18 punti per l’età del congiunto che sopporta la perdita, 24 per l’età della vittima, 30 (il massimo) per la «qualità e intensità della relazione» tra padre e figlia. In totale 391mila euro ai quali si aggiungono l’angoscia per la scomparsa di Giulia – il cui corpo fu ritrovato dopo una settimana di ricerche – e per la «perdita di ogni speranza».
Quantificare la sofferenza di Giulia
Ma nel computo è incluso anche lo “iure hereditatis”, cioè i danni risarcibili alla vittima e liquidabili agli eredi. In questo caso si quantifica la sofferenza della vittima che si rende conto di star morendo. Per questo è stato richiesto un risarcimento di 1.150.000 euro.
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