I marò prigionieri nel Kerala

22 agosto – Per chi come me crede all’innocenza dei due marò trattenuti nel Kerala, a cui stanno negando il diritto a un equo processo, può essere una buon idea quella di segnarsi mentalmente le marche di prodotti indiani (auto Tata, motorini LML, scarpe Kanguro, cosmetici Clarion, i prodotti Ayurvedici, i corsi di yoga  ecc), ed evitare di comprarle al fine di appoggiare con una protesta pacifica e non-violenta l’istanza di restituzione alle loro famiglie, e alla giustizia internazionale e italiana, di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

I due italiani sono incredibilmente accusati di omicidio intenzionale! Se condannati, rischiano la pena di morte!
Perché mai due marò italiani avrebbero dovuto mirare a due sconosciuti pescatori indiani con l’intento di ucciderli?? Io ho una mia idea, che scrivo, per chi vuole leggerla, in calce alla presente, sotto il riepilogo in inglese dell’intera vicenda.
Alessandra Nucci

Qui di seguito una lettera di Latorre, degli inizi di giugno, destinata ai 70mila iscritti alla pagina “Facebook” che li seguono da lontano:

Carissimi amici,
scrivo questa lettera alla luce degli eventi che si susseguono in maniera convulsa, con una sensazione di leggerezza nel cuore, il mio primo pensiero è andato alla mia dolce Italia, che rappresenta tutto per me, cosa fondamentale, la mia casa, le mie radici, ma prima di tutto i miei figli.

Ho ancora in animo questi mesi difficili trascorsi in detenzione, durante i quali ripetevo a me stesso che presto tutto sarebbe finito. La mia più grande preoccupazione è stata fin dal principio rivolta ai miei figli ed al timore di come questa vicenda avrebbe avuto impatto sulla loro psiche, e la sofferenza di non essere lì a rassicurarli. Il timore è sempre stato quello di lasciare un trauma nella loro vita, pensavo che tutto quello che poteva arrivare attraverso i media potesse in qualche modo travolgerli. Ora, questa importante svolta ci fa ben sperare sulla possibilità di ritornare presto a casa, e il nostro animo si fa più forte.

Penso e sono sicuro che questo sia il risultato dell’attento lavoro degli avvocati e dell’autorità italiana, che mai, in tutto questo tempo, ci hanno abbandonati. Forte si è sentito l’abbraccio della mia patria quando ho potuto riabbracciare i miei cari in questa straniera terra. Mi sono giunti e mi giungono messaggi di affetto dagli italiani che si sono mobilitati per la nostra causa e la sensazione che avvertiamo qui è proprio come quella di una grande famiglia che si preoccupa dei propri cari.

La condivisione
del dolore e delle difficoltà ha reso tutto molto più sopportabile, per questo oggi e sempre ringrazierò i miei famigliari, i miei amici, i miei colleghi e voi italiani tutti che con le vostre manifestazioni di affetto avete occupato uno spazio importante nel mio animo, sempre rincuorato. Un pensiero va anche ai cittadini indiani che in questo periodo hanno svolto il loro lavoro, restandoci accanto, mantenendo sempre un rispettoso rapporto e dialogo, facendoci sentire meno soli.

Nonostante tutto la nostra situazione è stata trattata con il giusto rispetto della legge e nonostante il pesante lutto che le famiglie degli indiani coinvolti hanno sentito, pochi sono stati questi momenti in cui abbiamo avuto paura delle conseguenze scatenate dal dolore e dalla rabbia di questa gente. E oggi, ancor più, sappiamo che con loro possiamo dialogare.

Concludo esprimendo tutta la mia gratitudine, per chiunque in questo periodo abbia sprecato una parola per la situazione in cui siamo coinvolti io e Salvatore, e mi piacerebbe rivolgerne una per gli italiani che oggi so, che affrontano giorni di lutto, dolore e paura nelle terre sconvolte dal terremoto. Difficile sempre è poter pensare che durante lo svolgimento del proprio lavoro si possa essere colpiti da una tragedia.

Penso che noi italiani nelle situazioni di difficoltà riusciamo a trovare la forza di esaltare la nostra capacità di condivisione e di ripresa. Siamo forti perché restiamo uniti, perché il dolore di uno fa parte di tutti. Ed è quello che anche qui lontano possiamo sentire. Il pensiero adesso è rivolto ai giorni che verranno, sicuramente potrò sentire con più libertà i miei cari sognando il giorno di rivedere il sorriso sui volti dei miei figli, la forza che mi sostiene.

Grazie a tutti.
Con sincero affetto, Massimiliano Latorre

PERCHE’ DIFFAMARE I DUE MARO’?

Mia ipotesi: Può essere che questa forma di diffamazione abbia qualcosa in comune con la campagna in atto da parte di Amnesty International per colpevolizzare l’Italia, accusata di crudeltà verso gli immigrati (in realtà l’Italia è quella che si prodiga di più)….?

Può essere che abbia attinenza con la condanna dell’Italia da parte dell’Alta Corte europea per aver espulso e riaccompagnato degli immigrati clandestini ai loro paesi nel 2009…?
Si continua a portare il nome dell’Italia sui media del mondo in termini negativi. In questo caso si vuole farci passare per razzisti.

Temo che stiano preparando una “narrazione” da diffondere nel mondo, che già adesso viene dissuaso dall’investire o anche solo VENIRE in Italia, in tanti modi spettacolari di cui l’Ilva di Taranto costretta a chiudere è solo l’ultimo.

Una diffamazione organizzata e coordinata dall’élite finanziaria che sta portando avanti il progetto di dominio mondiale che ha portato a Palazzo Chigi e a Montecitorio un governo di banchieri.
I quali si dichiarano in gran parte cattolici, come i massoni che fecero il Risorgimento mentre calunniavano e depredavano la chiesa e tutti gli ordini religiosi.

L’isolamento e la delegittimazione dell’Italia sarà utile per il saccheggio dei beni italiani che si sta preparando in questi giorni, ma anche per linciare moralmente la Chiesa cattolica, che sicuramente sarà individuata come la fonte dei semi di “razzismo” che si vogliono individuare nella cultura italiana.

Alessandra Nucci