La sentenza della Corte di giustizia europea rischia di aprire l’ennesimo buco nelle casse dello Stato, con un costo che potrebbe arrivare fino a 3.088 milioni di euro
di Penelope Corrado – Una sentenza destabilizzante sul reddito di cittadinanza arriva dalla Corte Ue: sono stati assolti due immigrati che, per ottenere il reddito di cittadinanza avevano dichiarato (falsamente) di essere residenti in Italia da oltre dieci anni. In base ai controlli incrociati di Inps e Guardia di Finanza i due furbetti del reddito di cittadinanza voluto dal Movimento 5 Stelle, erano stati prima scovati e successivamente denunciati.
Secondo quanto riferisce Il Gazzettino, i due casi tra i tanti di questi anni, sono approdati mercoledì 13 novembre al Tribunale a Venezia. Gli imputati, un immigrato proveniente dal Mali, aveva chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. Per l’altra accusata di essere una “furbetta del reddito di cittadinanza”, una cittadina moldava, era stata fissata l’udienza preliminare.
Reddito di cittadinanza: per la Corte Ue la residenza decennale era discriminatoria
Come ricostruisce il quotidiano, sulla carta – quella delle sanzioni previste dalla legge del 2019 sul reddito di cittadinanza – potevano rischiare pene dai 2 ai 6 anni. Ma una recente sentenza della Corte di giustizia europea ha, di fatto, annullato quelle regole. Infatti, il tribunale di Venezia ha assolto entrambi con la motivazione che “il fatto non sussiste”. A pronunciare la sentenza il giudice per l’udienza preliminare di Venezia, Benedetta Vitolo, che ha citato la sentenza europea del 29 luglio scorso che ha ritenuto discriminatorio proprio il requisito della residenza decennale. È la prima volta che la novità decisa alla corte di Lussemburgo viene applicata Venezia. Probabilmente tra le prime sentenze in Italia.
Come ricostruisce il sito IlNordestquotidiano, la sentenza della Corte di giustizia europea rischia di aprire l’ennesimo buco nelle casse dello Stato, con un costo che potrebbe arrivare fino a 3.088 milioni di euro, secondo una valutazione preliminare dell’Inps chiamato a gestire la mancetta grillina, mentre se si limita il provvedimento alle 106.000 famiglie che si sono viste respingere la domanda per carenza del limite temporale di residenza l’esborso potrebbe calare a “soli” 850 milioni di euro. Con il superbonus, un altro pesante dazio ereditato dal governo Conte e in particolare da Pd e 5 Stelle.
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