Utero in affitto, oncologo di Padova e compagno fermati a Buenos Aires con una neonata

tentato infanticidio

Aperta indagine penale per tre possibili reati: tratta di esseri umani, vendita di bambini o appropriazione di minori

La bambina, nata il 10 ottobre in una clinica della capitale argentina, secondo l’accordo sarebbe poi stata cresciuta in Italia dalla coppia. Sulla carta è figlia della donna che l’ha partorita e di uno dei due uomini, un oncologo di Padova. La coppia viaggiava con la donna, erano diretti a Parigi.

La giustizia federale ha aperto un procedimento penale e ordinato con urgenza il divieto di lasciare il paese. La maternità surrogata “è una questione che non è regolamentata. La stiamo studiando. Si tratta di un caso molto difficile”, ha detto un funzionario che lavora sul caso.

La giustizia argentina, riporta La Nacion, avrebbe elementi per sostenere che la donna lo ha fatto perché aveva bisogno di denaro e non, come si legge nelle carte, per uno scopo meramente altruistico e senza alcun compenso. Ha una pessima situazione economica, non ha un lavoro, non ha finito la scuola e sta crescendo da sola una figlia ancora minorenne. “È in una situazione di estrema vulnerabilità”, ha sottolineato il funzionario.

La giustizia argentina sta indagando su altri casi di maternità surrogata che nasconderebbero una tratta di esseri umani, ma questo è il primo in cui una coppia viene fermata prima di portare un bambino all’estero.

La vicenda

L’allarme è scattato all’Immigrazione mercoledì scorso, quando una ragazza si è presentata all’Aeroparque con un italiano dicendo che voleva autorizzarlo a viaggiare da solo con il loro bambino. Le autorità per l’immigrazione hanno notato stranezze nel comportamento della donna con la bambina e la notevole disparità con l’uomo che si era presentato come suo compagno.

I documenti erano in regola perché i due risultavano essere i genitori della neonata, ma lei risiede in un insediamento a Rosario e lui, che vive in Italia, aveva registrato un solo precedente viaggio in Argentina, nell’agosto del 2023. Questo ha fatto subito escludere la possibilità di un concepimento naturale. L’immigrazione ha quindi contattato il tribunale federale di Lomas de Zamora, con giurisdizione sull’aeroporto, e ha presentato una denuncia. Il giudice Federico Villena ha rinviato il caso al procuratore, che ha richiesto l’apertura di un’indagine penale per tre possibili reati: tratta di esseri umani, vendita di bambini o appropriazione di minori. In ogni caso, nulla impediva ai due genitori di presentarsi davanti a un notaio per autorizzare la partenza del padre con la bambina.

Venerdì, però, hanno scelto di partire per l’Europa in quattro: la coppia di uomini, la madre biologica e la neonata. Secondo fonti giudiziarie, avevano preso un volo per mezzogiorno dell’Air Europe, ma hanno poi deciso di prendere un volo Air France, in partenza pochi minuti prima della mezzanotte. A quel punto l’Immigrazione aveva già diramato una allerta e il giudice ha firmato il divieto di lasciare il Paese. I quattro sono stati fermati prima dell’imbarco.

In Italia, la maternità surrogata è diventata reato universale il 16 ottobre e la legge punisce le coppie italiane che ricorrono a questa pratica per avere un figlio, anche se lo fanno all’estero.
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