Conte licenzia Grillo, stop contratto da 300mila euro

Conte licenzia Grillo

Si avvia sul viale del tramonto il rapporto tra Beppe Grillo e il M5S

Da settimane ormai si consuma una querelle che vede da una parte il presidente e dall’altra il fondatore del movimento, che conserva il suo ruolo di garante, remunerato con un contratto da 300 mila euro annui. Una posizione che da tempo viene messa in discussione e che Conte ha portato al centro di un processo di rinnovamento del M5S. “Beppe Grillo è responsabile di una controcomunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale”, ha detto Conte annunciando l’intenzione di non rinnovare il rapporto con l’ex comico. In un’intervista rilasciata a Bruno Vespa nel suo ultimo libro, in libreria a fine mese, Hitler e Mussolini.

L’idillio fatale che sconvolse il mondo (e il ruolo centrale dell’Italia nella nuova Europa), il presidente gli dà di fatto il benservito. “Grillo – dice Conte – ha rivendicato il compenso come garante anche nelle ultime lettere che mi ha scritto. Io non ho mai accettato che fosse pagato per questa funzione, che ha un intrinseco valore morale e non è compatibile con alcuna retribuzione”.

Dopo aver chiarito che fu raggiunto “un compromesso retribuendo la sua nota abilità comunicativa per rafforzare l’immagine del movimento”, Conte dice a Vespa che “di fronte a un processo costituente che ha coinvolto l’intero movimento, Grillo sta portando avanti atti di sabotaggio compromettendo l’obiettivo di liberare energie nuove”.

“Atti di sabotaggio verso il M5S”

“Qualcosa si è incrinato in maniera irreversibile”, sottolinea Conte rispondendo a Bruno Vespa che chiede se il rapporto con Beppe Grillo si sia concluso in via definitiva. “Umanamente – afferma – sono molto colpito da come si comporta. Vedere oggi che contrasta in maniera così plateale un processo di partecipazione democratica che ci riporta agli ideali originali di Casaleggio mi ha rattristato moltissimo. Perché, al contrario di quel che scrivono i giornali, lo scontro non è personalistico (Grillo contro Conte), ma vede Grillo battersi contro la sua stessa comunità”.

“Già in passato ha avuto atteggiamenti velenosi nei miei confronti”, assicura Conte che continua a conservare un’alta popolarità tra i leader, posizionandosi appena dietro Giorgia Meloni. Ma a questo, precisa, “non ho dato peso perché su tutto prevalevano gli interessi della comunità”.
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