Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno confermato di aver eliminato Hachem Safieddine, presunto successore del defunto leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Lo riferisce Haaretz online, precisando che Saffiedine è stato ucciso in un attacco aereo israeliano a Dahiyeh, alla periferia sud di Beirut, tre settimane fa.
La minaccia iraniana e la necessità che Usa e Israele uniscano le forze nella lotta “contro l’asse del male e del terrorismo” che si annida a Teheran sembrano essere state al centro del colloquio di oggi a Gerusalemme tra il primo ministro Benyamin Netanyahu e il segretario di Stato americano Anthony Blinken. Almeno, stando al resoconto ufficiale dell’ufficio del premier.
L’incontro, durato due ore e mezza, si è svolto inizialmente a due e solo dopo si sono aggiunti i funzionari Usa e israeliani. In una precedente indiscrezione, trapelata mentre il segretario statunitense era ancora in volo verso Tel Aviv, l’intenzione di Blinken – secondo una fonte al seguito – era proprio di scoraggiare qualsiasi mossa che potrebbe far degenerare drasticamente il conflitto regionale. In particolare dopo la clamorosa azione di Hezbollah di sabato scorso che ha colpito con un drone sfuggito alla contraerea la residenza di Netanyahu a Cesarea – confermata ufficialmente solo oggi – e rivendicata totalmente dai miliziani sciiti. Mentre Teheran ne ha preso le distanze in più di una dichiarazione.
Nella nota dell’ufficio di Netanyahu viene poi riferito che il segretario americano “ha espresso profondo shock per il tentativo iraniano di eliminare il primo ministro attraverso Hezbollah, chiarendo che si tratta di un evento estremo e straordinario”. Da parte Usa, il portavoce del dipartimento di Stato Matthew Miller ha preferito mettere al primo punto della nota ufficiale che Blinken “ha sottolineato la necessità di trarre vantaggio dall’azione di successo di Israele per assicurare alla giustizia Yahya Sinwar”, cogliendo l’opportunità per portare avanti i negoziati sul rilascio di tutti gli ostaggi e porre fine al conflitto a Gaza. Non solo: all’ordine del giorno c’è ovviamente la questione su cui Joe Biden insiste da mesi, ossia il governo della Striscia nel dopoguerra. ANSA