Sicilia, corruzione e truffa: coinvolto ex senatore Pd e altri politici locali

ex senatore Antonio Papania

di William Zanellato – Politica e corruzione. In Sicilia l’indagine della Procura Europea e dei pm di Marsala ritorna sul complicato rapporto tra istituzioni politiche e sistema di corruzione illegale. Il bilancio della procura è piuttosto ampio: un sequestro da 9 milioni, 4 provvedimenti di arresti domiciliari e misure interdittive. In tutto sono 14 le misure cautelari eseguite nel corso della mattinata. E la politica non rimane a guardare: il giro di corruzione e frode all’Ue prontamente scoperchiato dall’inchiesta vede coinvolto l’ex senatore Antonio Papania e altri consiglieri comunali.

Le misure cautelari

In tutto sono 14 le misure cautelari eseguite e 9 i milioni di euro sequestrati dai finanzieri del Comando provinciale di Trapani. I provvedimenti sono stati emessi dai tribunali di Marsala e Trapani, su richiesta della Procura Europea – sede di Palermo – e della procura di Marsala, nei confronti di esponenti politici del trapanese che hanno rivestito importanti incarichi a livello comunale, regionale e, nel caso dell’l’ex senatore Antonio Papania, anche a livello nazionale.

Per Papania, il gip di Trapani Massimo Corleo ha disposto il divieto di dimora a Palermo e Trapani. Per altri quattro sarebbero stati disposti gli arresti domiciliari. I reati contestati sono truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, malversazione e di condotte di riciclaggio e autoriciclaggio. L’ex senatore e fondatore del movimento Via, giova ricordarlo, era già stato arrestato il 16 settembre scorso nell’ambito di una inchiesta per scambio elettorale politico-mafioso.

L’accusa di corruzione e riciclaggio

L’accusa è tanto chiara quanto grave: gli indagati avrebbero utilizzato indebitamente più di 8,7 milioni di euro del Fondo sociale europeo (Fse) destinati alla formazione professionale. Ma non solo. Il denaro sarebbe stato dirottato per spese personali e per il movimento politico di Papania.

L’indagine ha scoperto un sistema di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, malversazione, riciclaggio e autoriciclaggio. Il principale “promotore e organizzatore” sarebbe stato l’ex senatore ed ex deputato dell’Assemblea regionale siciliana e assessore della Regione siciliana, supportato stabilmente da un dirigente del Movimento per l’autonomia. Il motivo è presto detto: i protagonisti del malaffare, spiega chi indaga, erano interessati “a ricercare e acquisire crescenti consensi intorno al movimento politico Via, allargandone la composizione e l’area di influenza sul territorio trapanese e regionale”, anche in vista di successive tornate elettorali.

L’inchiesta riguarderebbe, in particolare, dei centri di formazione. I principali indagati, per conseguire illeciti arricchimenti e sostenere il progetto politico, avvalendosi strumentalmente degli enti CE.SI.FO.P. (Centro Siciliano per la formazione professionale), I.R.E.S. (Istituto di studi e ricerche economiche e sociali) e Associazione Tai, hanno ottenuto indebitamente finanziamenti gravanti sul Programma Operativo Fondo Sociale Europeo 2014/2020 per oltre 8,7 milioni di euro da destinare allo svolgimento di corsi di formazione e di progetti in ambito sociale, taluni dei quali non tenuti, come accertato nell’ambito delle indagini.
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