“Non saremo mai noi che ci spostiamo perché qualcuno ci dice, con la forza, di spostarci. Noi siamo lì e ci rimaniamo, con la forza del mandato delle Nazioni Unite”
Lo dice chiaro e tondo il ministro della Difesa Guido Crosetto dopo gli attacchi israeliani alle basi italiane delle missione Unifil in Libano. “Ieri – ha aggiunto Crosetto dal Kosovo, dove è andato a far visita ai militari italiani in occasione del passaggio di consegne del contingente Onu della missione Kfor – ho risposto a Israele che ci diceva spostatevi, che l’Italia non prende ordini da nessuno. Pretendo rispetto da Israele. Il rispetto dovuto ad una nazione amica impegnata in una missione di pace”.
“La prossima volta che succede, rispondiamo?”
“Cosa deve succedere la prossima volta, dobbiamo rispondere?”, afferma poi sarcasticamente il ministro della Difesa, riferendo dei colloqui avuti in queste ore con Israele. “É una domanda provocatoria – ha aggiunto il titolare di via XX Settembre – per la gravità dell’atto che era avvenuto”. “Non si parla di ritiro delle truppe italiane, parliamo sempre di missione Unifil. Qualunque decisione viene presa dalle Nazioni Unite e penso che la prossima settimana si troveranno per parlare di questa cosa”.
“Tra le nazioni, l’Italia è quella che ha risposto con più durezza”
“Le motivazioni per cui Israele è entrata in Libano sono note: ci sono migliaia di missili nelle mani di Hezbollah che hanno costretto una parte di israeliani a spostarsi dal nord di Israele e loro vogliono ripristinare le condizioni di sicurezza. Questo è il motivo che ha dato Israele. Il nostro giudizio su questo è abbastanza chiaro. Abbiamo chiesto spiegazioni ufficiali e formali e vi assicuro che tra le nazioni noi siamo stati quella che con più durezza ha condannato e ha preso posizione”. Il ministro è anche tornato sulle regole d’ingaggio della missione Onu: “È un anno e mezzo che chiedo il cambio delle regole d’ingaggio, l’ho formalizzato e l’ho detto a tutti, inascoltato”.
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