La Svezia vuole vietare l’accattonaggio, è polemica

chiedere elemosina

La Svezia è intenzionata a vietare ogni forma di accattonaggio, con il governo che pensa di liberarsi in questo modo dei mendicanti al di fuori dei negozi

La coalizione di centro-destra, sostenuta dall’estrema destra dei Democratici di Svezia, ha annunciato un’indagine di nove mesi sull’attuazione di un divieto nazionale di accattonaggio, affermando che, se ritenuto fattibile, tale divieto potrebbe diventare legge. La capogruppo dei Democratici di Svezia, Linda Lindberg, ha detto che il provvedimento riguarderebbe soprattutto le persone che, a suo dire, vengono da altri Paesi dell’Ue “per chiedere l’elemosina fuori dai nostri negozi”.

“Nei primi anni del 2010, i cittadini dell’Ue hanno iniziato a venire in Svezia in misura maggiore rispetto a prima, tra le altre cose, per chiedere l’elemosina. L’elemosina può avere conseguenze negative sia per gli individui che per la società”, si legge sul sito del governo. “Oggi c’è la possibilità per i Comuni di vietare l’elemosina in determinati luoghi tramite ordinanze locali a determinate condizioni”, tuttavia “ci sono delle limitazioni nella capacità di annunciare divieti locali”, per questo l’indagine avrà il compito di studiare le conseguenze di un bando nazionale.
Le critiche

Come riporta il quotidiano britannico The Guardian, Stockholms Stadsmission, un’organizzazione sociale cristiana che si occupa di persone vulnerabili nella capitale, ha condannato la mossa. “Vietare l’accattonaggio, o richiedere il permesso di chiedere l’elemosina, significa solo spostare il problema in un futile tentativo di mettere al bando la povertà”, ha attaccato la portavoce Fanny Siltberg.

“Crediamo invece che la vulnerabilità di questo gruppo possa essere ridotta attraverso la riduzione strutturale della povertà e il lavoro contro la discriminazione, sia nei Paesi d’origine che all’interno dell’Ue”, ha poi aggiunto, sostenendo che “la società deve assumersi le proprie responsabilità, ad esempio offrendo percorsi di inserimento nel mondo del lavoro e nel mercato immobiliare, riducendo così la vulnerabilità sociale di queste persone”.

Altre organizzazioni promettono già una battaglia legale

“C’è la questione della legittimità di un tale divieto. Per quanto ne so, un divieto nazionale di accattonaggio molto probabilmente non sarebbe legale”, ha sostenuto Aida Samani, vice direttrice legale dell’organizzazione per i diritti umani Civil Rights Defenders, spiegando che vietare l’accattonaggio, sarebbe in contrasto con il diritto alla vita privata e alla libertà di espressione espressi dalla Convenzione europea sui diritti umani e sanciti dalla Costituzione svedese.

Divisioni nella maggioranza

La proposta ha già causato disaccordi all’interno della coalizione dei moderati, dei liberali e dei cristiano-democratici. “Non contribuirò all’introduzione di un simile divieto. Naturalmente, sono necessarie misure per impedire lo sfruttamento delle persone vulnerabili. Ma non si può impedire alle persone bisognose di chiedere aiuto”, ha scritto su Facebook la deputata liberale Anna Starbrink.

Jakob Olofsgård, segretario del partito liberale, ha ammesso che il suo partito è diviso sulla questione. “Oggi non siamo d’accordo su un divieto nazionale di accattonaggio”, ha dichiarato. “Tutti i partiti hanno e dovrebbero avere discussioni su questioni difficili e questa è una di quelle”, ha affermato. Secondo The Local, l’accattonaggio non è più una questione così scottante per i cittadini svedesi come lo era un decennio fa, poiché il numero di mendicanti fuori dai supermercati e dai bancomat sarebbe diminuito notevolmente dopo la pandemia di Covid-19, e forse anche a causa della quasi scomparsa del denaro contante nel Paese.
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