Gli Stati devono tagliare la spesa pubblica e aumentare le tasse per ridurre il debito e recuperare la potenza fiscale necessaria per rispondere a futuri shock economici
È la richiesta che arriva dall’Ocse, contenuta nell’interim Economic Outlook pubblicato a Parigi. “Negli ultimi anni non è stata data sufficiente importanza alle questioni fiscali”, ha dichiarato Álvaro Pereira, capo economista dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, sottolineando le crescenti pressioni dovute all’invecchiamento della popolazione, al cambiamento climatico, all’aumento delle spese per la difesa e all’incremento del servizio del debito.
Disciplina fiscale
L’organizzazione parigina ha sostenuto che le grandi economie hanno finalmente “invertito la rotta” nell’affrontare l’inflazione. Nelle sue nuove previsioni, l’Ocse ha affermato che le pressioni sui prezzi continueranno ad allentarsi e la crescita del Pil mondiale dovrebbe stabilizzarsi al 3,2 per cento nel 2024 e 2025. Ciò dovrebbe consentire alle banche centrali di continuare a ridurre i tassi di interesse, anche se i tempi e il ritmo delle riduzioni dovrebbero essere “valutati con attenzione”.
Ma l’Ocse ha comunque esortato i governi a intensificare gli sforzi per contenere la spesa e aumentare il gettito fiscale per ricostruire le riserve sufficienti. “Prima si fa e meglio è per ripristinare la disciplina fiscale”, ha Pereira, che ha poi precisato: “Stiamo sostenendo la disciplina fiscale, non il ritorno dell’austerità”.
Le riforma
L’Ocse ritiene che molti Paesi debbano riformare le pensioni e i sistemi di welfare in generale, aumentando le entrate attraverso le imposte indirette e sulla proprietà e abolendo le esenzioni fiscali. “A fronte a prospettive di crescita modeste, sono necessarie riforme politiche ambiziose in tutti i Paesi per contribuire a rafforzare le basi per una crescita economica sostenibile”, si legge nell’interim Economic Outlook, che fa una analisi delle principali tendenze e prospettive economiche globali.
Nel testo si sottolinea come “riforme strutturali ben progettate migliorerebbero le prospettive di crescita a lungo termine e aiuterebbero anche a superare le sfide fiscali che i paesi affrontano”. In particolare, per aumentare in modo sostenibile la crescita della produttività e gli investimenti “sono necessari mercati aperti con sane dinamiche competitive. Tali ambienti promuovono l’innovazione e la crescita dell’occupazione dato il ruolo critico dell’ingresso delle aziende nella creazione di posti di lavoro”.
Gli effetti positivi sull’occupazione di tali riforme sono stati rilevati come particolarmente pronunciati per i gruppi vulnerabili come le donne e i lavoratori più giovani nelle precedenti ricerche dell’Ocse. Una maggiore concorrenza potrebbe anche ridurre i ricarichi e i prezzi, soprattutto nei settori dei servizi, afferma l’organizzazione.
All’Italia chiesta “prudenza”
Per quanto riguarda il nostro Paese, dal punto di vista della crescita ”l’Italia sta facendo piuttosto bene, 0,8% quest’anno, 1,1% l’anno prossimo, quindi vicina al potenziale”. Ma Roma deve continuare ad essere ”prudente” in materia di bilancio e conti pubblici, ha detto Alvaro Pereira in conferenza stampa.
Come detto in linea generale dallo stesso segretario generale dell’Ocse, Mathias Cormann, “dobbiamo tornare alla prudenza di bilancio”, ha proseguito, precisando che “l’Italia è stata prudente da un punto di vista delle finanze pubbliche, bisogna continuare così in avvenire”, ha continuato, sottolineando che “sulle politiche di bilancio è molto importante continuare ad essere efficaci nella spesa pubblica, meno esenzioni, nonché aumentare la forchetta fiscale. Questo è essenziale per l’avvenire”, ha concluso.
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