No drag queen a scuola: ira dell’opposizione “attacco ai diritti Lgbtq+”

drag queen

Si accende nuovamente il dibattito sul ruolo dell’educazione nelle scuole, questa volta in merito alla cosiddetta “propaganda gender”

La proposta approvata in commissione Cultura e Istruzione alla Camera, firmata da tutta la maggioranza, ha suscitato reazioni contrastanti. Il primo firmatario, il deputato leghista Rossano Sasso, ha esultato per il risultato: “Passa la nostra risoluzione per dire basta alla propaganda gender nelle scuole. Le critiche di Avs e Pd e gli insulti del M5S sono infondate. Se avessero letto il testo, avrebbero visto che impegniamo il governo a un confronto adeguato sul tema, ma ribadiamo il nostro no a coinvolgere bambini di 6 anni in una deriva ideologica che non ci piace”.

Sasso ha sottolineato l’inopportunità di coinvolgere i più piccoli in iniziative che, a suo avviso, mirano a “indottrinare” su tematiche come il gender, facendo riferimento anche a episodi controversi come la partecipazione di drag queen a eventi scolastici. “Abbiamo detto no ai fondi europei per progetti come Erasmus DragTivism Jr., e continueremo a opporci alla pericolosa ideologia woke. Difenderemo il diritto dei bambini di vivere l’infanzia lontani da una iper-sessualizzazione”, ha concluso il deputato leghista.

Le reazioni dell’opposizione non si sono fatte attendere. Alessandro Zan, responsabile Diritti del Partito Democratico, ha definito la risoluzione un attacco diretto ai diritti delle persone LGBTQIA+ italiane, paragonando quanto sta accadendo in Italia alla situazione in Paesi come Ungheria e Bulgaria: “In un’Italia dove i problemi reali, come le lunghe liste d’attesa per le cure o i salari stagnanti, non vengono affrontati, la maggioranza preferisce concentrarsi su una crociata contro i diritti. La destra italiana è ormai scollata dalla realtà e accecata da una furia ideologica che colpisce la libertà e la dignità di una parte della popolazione”.

Sul tema è intervenuta anche Anna Laura Orrico, deputata del Movimento 5 Stelle, che ha attaccato frontalmente Rossano Sasso, definendo il suo comunicato come “un’accozzaglia di idiozie populiste e propagandistiche”. Orrico ha aggiunto che l’idea stessa di un’“ideologia gender” è inesistente e che le audizioni di accademici e ricercatori lo hanno dimostrato. La deputata ha inoltre accusato la Lega di distogliere l’attenzione dai veri problemi della scuola, come la mancanza di misure a sostegno delle famiglie che affrontano l’alto costo dei materiali scolastici.
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