In Germania la Corte di giustizia federale ha confermato la condanna dell’ex segretaria nazista Irmgard Furchner con l’accusa di complicità nell’eccidio di oltre 10.505 persone nel lager di Stutthof. Si ritiene che il caso sia probabilmente l’ultimo procedimento giudiziario nell’ambito dei crimini commessi dal nazionalsocialismo. La Corte ha così respinto l’impugnazione dei legali della donna, che ha 99 anni, contro il tribunale di Itzehoe che l’aveva giudicata colpevole.
Il caso Furchner è uno dei tanti che negli ultimi anni si sono basati su un precedente stabilito nel 2011 con la condanna dell’ex operaio dell’Ohio John Demjanjuk come complice di omicidio per aver prestato servizio come guardia nel campo di sterminio di Sobibor. Demjanjuk, che ha negato le accuse, è morto prima che il suo appello potesse essere valutato.
In precedenza i tribunali tedeschi richiedevano ai pubblici ministeri di giustificare le accuse presentando le prove della partecipazione di una ex guardia a un omicidio specifico, un compito spesso quasi impossibile. Tuttavia, durante il processo a Demjanjuk a Monaco di Baviera, i pubblici ministeri hanno sostenuto con successo che aiutare un campo a funzionare era sufficiente per condannare una persona come complice di omicidi commessi in quel luogo.
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