Carlo Verdone a valanga su Roma e l’attuale amministrazione capitolina. In un’intervista a «Il Fatto Quotidiano», l’attore e regista si è sfogato usando parole di fuoco: «Non ne posso più. Ci penso davvero, due o tre volte a settimana, famme scappà via. Non è un problema solo mio, conosco tanti amici che stanno valutando concretamente di andarsene da Roma. È la prima volta che succede». «Il caldo – prosegue Verdone – rende ancora più invivibile una città così complicata. È un caldo cafone di una volgarità incredibile. Aggrava tutto, deprime, scoraggia. Con questa temperatura non ce la facciamo. Ma il declino di questa città non è stagionale, è costante».
Verdone parla anche della situazione lavori nella Capitale e dei cantieri aperti in vista del Giubileo: «Ben vengano i cantieri, probabilmente quando saranno finiti la città sarà più bella. Ma siamo nel 2024, le cose andavano fatte molto, molto prima. Quando Rutelli fece tutti quei lavori – spiega Verdone -, per il Giubileo del 2000, ci venne un esaurimento nervoso, ma a conti fatti servivano eccome. Il problema è che abbiamo tutti paura che i cantieri si possano allungare oltre misura. Allora no, diventerebbe l’ennesimo guaio.”
“Siamo abituati a un sistema burocratico spaventoso, si rompe un arco, una galleria, arrivano le transenne, ti sequestrano una strada e non sai quando te la ridanno. Entrano in ballo una, due, tre soprintendenze. Qualche anno fa un fulmine colpì la statua di Garibaldi al Gianicolo, non so quanti anni ci sono voluti per rimetterla a posto, per tutto quel tempo lì non si poteva più girare una scena». Parole pesantissime all’indirizzo del sindaco Roberto Gualtieri e della sua guida del Campidoglio.
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