Una storia triste. Di quelle che devono far riflettere. Per forza. Siamo a Roma dove le borseggiatrici e i borseggiatroci ormai dominano tra le banchine della metro e delle stazioni dei treni. Un vero e proprio Far West che prospera nell’indifferenza di chi amministra la città. E questa volta ad andarci di mezzo è stato un ragazzo che vive in provincia di Roma e che come tanti pendolari stava attendendo il treno alla stazione Termini. Qui è stato picchiato selvaggiamente.
E pensare che Mattia, questo il suo nome, attendeva il treno proprio per andare in ospedale per fare la sua seduta di chemioterapia. La sua storia, come racconta ilMessaggero, è stata raccontata dallo stesso Mattia all’associazione pendolari TrasportiAmo, che l’ha resa pubblica per dare voce ad una vicenda “efferata, non più tollerabile in una città come Roma, dove tutti possono essere vittime come Mattia”.
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Poi il drammatico racconto della dinamica dell’aggressione
“È fermo sulla banchina alle 9:30 ad attendere il treno quando, dal nulla, Mattia viene colpito “con una violenza inaudita alla schiena”, racconta il 30enne al presidente di TrasportiAmo David Nicodemi. Caduto di faccia “lo hanno trascinato sulla banchina davanti a decine di persone per un paio di metri“. Poi la vera e propria aggressione: “Calci e pugni alla schiena e sui fianchi per rapinarlo dello zaino che portava. Una violenza inaudita, ingiustificabile“, racconta il ragazzo.
Mattia è poi arrivato al nosocomio universitario, ma oltre che per la chemioterapia anche per essere medicato dai lividi. “Mattia è ancora sotto choc, un ragazzo forte che oltre che dover combattare con una grave malattia, si è trovato vittima di un branco di delinquenti, che anche questa volta sono rimasti impuniti”, ha concluso David Nicodemi.
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