La notizia che ha scosso Bologna oggi riguarda un clamoroso scandalo di spaccio di cocaina che coinvolge il Policlinico Sant’Orsola – Malpighi. Un medico del noto nosocomio bolognese è stato arrestato insieme ad altre 8 persone nel corso di una maxi operazione condotta dai Carabinieri per fermare lo spaccio di droga. Inoltre, 4 individui sono stati posti in obbligo di dimora e 1 agli arresti domiciliari.
Il Ruolo del Medico e l’Operazione Criminale
Il medico arrestato aveva un ruolo cruciale come intermediario tra un’organizzazione criminale albanese e i “cavallini”, termine usato per indicare coloro che consegnano la droga ai pusher responsabili delle vendite dirette. Secondo i rapporti dei quotidiani, il medico sfruttava il proprio servizio al Sant’Orsola per svolgere questa attività illecita, consegnando la cocaina tra i padiglioni dell’ospedale. L’Azienda sanitaria ha dichiarato la propria estraneità ai fatti.
Risultati dell’Operazione
Durante l’operazione sono stati sequestrati 70 chili di cocaina, 4 appartamenti situati tra Corticella e San Lazzaro, e 7 auto. Inoltre, i Carabinieri hanno bloccato conti correnti per un valore complessivo di 2 milioni di euro.
Dichiarazioni di Alfredo Sepe
Alfredo Sepe, Segretario Regionale Fials Emilia-Romagna, ha commentato duramente l’accaduto: “Gli ospedali sono, per eccellenza, i luoghi in cui ci si prende cura della cittadinanza. Pertanto, le Aziende ospedaliere devono mettere in atto tutti i procedimenti atti a garantirne la sicurezza, sia dei degenti che dei lavoratori. La Fials chiede al Sant’Orsola di potenziare il sistema di videosorveglianza della struttura per evitare che episodi come quello sopracitato possano ripetersi in futuro. Monitoreremo la situazione per far sì che ciò avvenga, a tutela di tutti i lavoratori che operano all’interno della struttura ospedaliera così come degli utenti che si recano lì quotidianamente per ricevere assistenza medica”.
Considerazioni Finali
“Questo scandalo mette in evidenza la necessità di una maggiore sicurezza e controllo all’interno delle strutture ospedaliere per prevenire il verificarsi di attività illecite. La comunità bolognese, insieme alle autorità, si aspetta che vengano presi provvedimenti severi per garantire che episodi di questo tipo non si ripetano, salvaguardando così la sicurezza di pazienti e personale medico” – conclude Sepe.
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