Elezioni in Francia, la mossa di Macron non è stata improvvisata. Suo padre svela tutto
La Francia domenica deciderà il suo futuro politico, il secondo turno delle elezioni legislative stabilirà se il governo di estrema destra di Le Pen e Bardella avrà o meno la maggioranza assoluta dei seggi. La mossa di Macron di sciogliere anticipatamente il parlamento è stata molto criticata, l’elettorato di sinistra soprattutto l’ha considerato un azzardo che può portare a gravi conseguenze per la Francia in caso di netto successo del Rassemblement national. Ma a svelare cosa ci sia realmente dietro a questa mossa del presidente è l’uomo che lo conosce meglio di tutti: suo padre.
“Lo scioglimento del Parlamento – dice Jean-Michel Macron a Dernières Nouvelles d’Alsace e lo riporta Il Corriere della Sera – era stato deciso dall’Eliseo due mesi prima della sconfitta alle Europee”.
“Non è stata – prosegue il padre di Macron – una decisione presa in base ai risultati di quella sera (il 9 giugno, la vittoria del Rassemblement National al voto per l’Europarlamento, ndr), me ne aveva già parlato due mesi prima, La considerava un’Assemblea ingovernabile”. Non un gesto impulsivo, dunque, ma una scelta meditata da tempo di fronte a una maggioranza instabile. “Sono spaventato – confessa Jean-Michel Macron – per l’avanzata della destra estrema. Temo che il Rassemblement National andrà al potere. Ora, se i francesi lo vorranno, lo sperimenteranno. Vedranno il risultato”.
E anche in questo caso – prosegue Il Corriere – Macron padre sembra conoscere il retropensiero del figlio: “Per la Francia è meglio viverla per due anni piuttosto che per cinque anni”. Meglio subito un governo Bardella alla prova difficile di Matignon, lascia intendere, che Marine Le Pen vincitrice alle prossime presidenziali. Se il Rassemblement national affronta le ultime 48 ore di campagna elettorale con qualche difficoltà imprevista e una riduzione delle aspettative di vittoria totale domenica sera, il presidente Emmanuel Macron spera in una coalizione alternativa che però non comprenda la France Insoumise di Mélenchon, perché “un conto è fare un accordo di desistenza, un altro è governare”. www.affaritaliani.it