Un’ideologia aggressiva e illiberale, che promuove concetti divisivi per soddisfare questa o quella minoranza
di Massimo Balsamo – L’ideologia regna sovrana all’università di Liverpool. In segno di genuflessione alla religione woke, ai docenti di storia dell’ateneo, tra i più prestigiosi del Russell Group, è stato consigliato di “problematizzare” l’essere bianchi ed eterosessuali all’interno dei seminari. La spintarella è contenuta in una guida su come “diversificare” e “decolonizzare” la storia. In altri termini, bisogna adeguarsi ai diktat dei “risvegliati”.
Come riportato dal Telegraph, il report “History Curriculum Diversity Audit” incoraggia i docenti a “pensare in modo creativo” su come introdurre questioni di razza e di genere all’interno dei temi insegnati in università. Ma non è tutto. Il documento rileva che manca una“storia queer” negli insegnamenti sul genere, rimarcando al contempo che non esistono seminari che “problematizzino l’heteronormativity”, termine che si riferisce al trattamento dell’eterosessualità come norma.
Non è sufficiente includere più donne BAME – ossia donne nere, asiatiche e appartenenti a minoranze etniche – o studiosi non binari all’interno dei seminari. I docenti devono discutere di diversità insieme agli studenti, cercando di veicolare dei messaggi. Al personale viene inoltre detto che è “essenziale” rendere i seminari “spazi sicuri” perché argomenti come la razza e il genere possono essere sia “emotivi” che “stimolanti”. Il bignamino woke è rivolto anche ai capi dipartimento, esortati a introdurre una formazione obbligatoria sulla “didattica inclusiva” per aiutare gli accademici.
Sui social sono esplose le polemiche
Un docente dell’università di Liverpool, che ha chiesto l’anonimato per paura di ripercussioni, non ha utilizzato troppi giri di parole: “È tutto guidato dall’ideologia, come dire che un Impero è un male. Ma è il modo sbagliato di affrontare la storia. Gli storici dovrebbero avere la libertà di insegnare ciò che credono che sia vero piuttosto che avere un’ideologia che non si può mettere in discussione. Inoltre, non ho idea di come dovremmo ‘problematizzare’ l’essere bianchi”. Il dottor Edward Skidelsky, accademico di filosofia all’Università di Exeter e co-fondatore del Committee for Academic Freedom, ha rincarato la dose: “I dipartimenti universitari dovrebbero essere liberi di prendere decisioni strategiche sull’insegnamento e sulla valutazione, ma non dovrebbero imporre ai propri membri posizioni ideologiche controverse”.
Un’ideologia aggressiva e illiberale, che promuove concetti divisivi per soddisfare questa o quella minoranza. Il nadir del buonsenso. Ma è il contesto a preoccupare, con la continua spinta da parte delle università a “decolonizzare” i propri programmi di studio. Si salvi chi può.
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