La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha stabilito che è legittimo vietare di indossare simboli religiosi visibili a scuola come il velo islamico
Il pronunciamento dei giudici di Strasburgo riguarda il ricorso di tre giovani studentesse musulmane contro questo tipo divieto imposto dalla regione delle Fiandre in Belgio fin dal 2013. Secondo la Corte, che ha dichiarato il ricorso irricevibile, “il concetto di neutralità nel sistema educativo comunitario, inteso come divieto generale di indossare simboli visibili del proprio credo da parte degli alunni, non è di per sé contrario all’articolo 9 della Convenzione” europea sui diritti dell’uomo “e ai valori che ne sono alla base”, si legge in una nota.
Nel caso delle studentesse belghe, “la Corte ha osservato che il divieto contestato non riguardava solo il velo islamico, ma si applicava indistintamente a tutti i simboli visibili” delle varie religioni, per esempio il crocifisso cristiano. È proprio il divieto generalizzato, e dunque non mirato al solo velo, a rendere la misura delle autorità fiamminghe “proporzionata agli obiettivi perseguiti, ossia alla tutela dei diritti e delle libertà altrui e dell’ordine pubblico, e quindi (…) ‘necessaria’ in una società democratica”.
Un concetto simile a quello già espresso dalla Corte di giustizia dell’Unione europea in una recente sentenza che ha riguardato sempre il Belgio e con cui il massimo tribunale Ue (da non confondere con la Cedu) ha respinto il ricorso di una donna islamica contro la decisione del Comune in cui lavora di vietare ai dipendenti pubblici di indossare simboli religiosi.
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