Un pensiero agli aspetti da migliorare. Un pensiero a quanto di buono è stato fatto. E un pensiero, il più commosso, alla “sua” Milano
Giovedì mattina, nella meravigliosa cornice del teatro Strehler di Milano la polizia meneghina ha celebrato i 172 anni dalla sua fondazione. Padrone di casa, chiaramente, il questore Giuseppe Petronzi, che ha approfittato dell’occasione per fare un bilancio dell’anno di lavoro dei “miei poliziotti”, come li ha più volte chiamati, quasi a voler sottolineare con forza il suo senso di orgoglio e gratitudine nei loro confronti.
“Sono nel mio quarto anno a Milano e il tema della sicurezza continua a rimanere centrale. Provo a dare un mio contributo, con l’impegno di far ricorso ai dati solo per semplificare qualche concetto, convinto che le istituzioni mai possano usare i numeri per smentire la percezione del cittadino. Sarebbe insidioso se, sulla criminalità, il divario tra la versione ufficiale e la percezione dei cittadini continuasse ad allargarsi”, ha esordito Petronzi.
“Evito i tanti dati positivi e preferisco iniziare dai temi più ‘scomodi’, con i reati più aggressivi e percepiti – come le rapine e le lesioni – che, rispetto allo scorso anno, sono aumentati da 893 a 960. Troppi e crescenti sono i casi in cui i giovani, soprattutto stranieri, hanno fatto ricorso a coltelli per sopraffare le vittime o per rapinarle in strada“, ha proseguito il numero uno di via Fatebenefratelli. “Il coinvolgimento degli stranieri in rapine commesse sulla pubblica via resta tema attuale: dal 71% dei casi del 2022 si è passati all’81% del 2023. I furti con destrezza loro attribuiti sono arrivati al 96% del totale. Così come prevalente è la percentuale di stranieri tra i ben 30 arrestati per rapine di orologi di lusso”, ha rimarcato il questore.
Che ha poi sottolineato un altro aspetto che gli sta a cuore. “Mi addolora e inquieta la crescente aggressività verso i nostri poliziotti. I ben 35 agenti feriti nel primo semestre del 2023 sono quasi raddoppiati, 62, nel secondo semestre. Il pensiero va a poche settimane fa, quando le nostre pattuglie sono state assalite in via Padova da una trentina di persone che cercavano di impedire l’arresto dei responsabili di una grave rapina avvenuta in pieno centro. Il loro complice, già arrestato in flagranza di reato, aveva spaccato il naso alla nostra collega Jessica che ha dovuto essere operata. Le auguro un pronto recupero e non mi lascia indifferente la sua risposta al mio messaggio di solidarietà: ‘Grazie Questore, spero che andrà tutto bene e di riprendermi più forte di prima’. Che privilegio e che responsabilità avere questi ragazzi al servizio di Milano”, ha confessato il questore.
“La polizia ha ulteriormente incrementato la propria attività di contrasto con ben 4750 arresti nel 2023. Un dato importante che comunque non lenisce il senso di diffusa insicurezza. E, quindi, mi pongo alcune semplici domande. Tra queste: abbiamo arrestato 4750 volte o 4750 persone? E così si evidenzia, per esempio, che 291 persone sono state arrestate due volte e 66 persone ben tre volte; non manca il caso chi è stato arrestato addirittura 6 volte. I recidivi hanno rappresentato il 18% degli arrestati. Si ripropone, dunque, il tema della recidiva e degli strumenti giuridici e sociali volti a contrastare alcuni fenomeni criminali. Ma si sgomberi il campo da equivoci: non mi avvince la continua ricerca di un capro espiatorio. È necessario uscire da approcci semplicistici e riflettere, in una realtà laboriosa come Milano, sulla completa efficacia degli strumenti a disposizione e sulla loro adeguatezza rispetto a uno scenario in continua mutazione”, ha chiarito Petronzi.
Scenario in cui negli ultimi 12 mesi è prepotentemente entrato il lato criminale della musica trapper. “Il mondo trapper milanese continua purtroppo a far parlare di sé con l’arresto di ben 17 persone tra cantanti e membri dei loro entourage. Nelle faide tra gruppi è addirittura maturato il tentato omicidio di due giovani, attinti da colpi d’arma da fuoco, da parte del trapper Shiva, poi arrestato dalla Polizia.
Cosa deve ancora accadere per far comprendere che la realtà non è un set cinematografico o un post su Tik Tok?”, si è chiesto Petronzi. “Di nessun conforto è il calo del 5% delle violenze sessuali rispetto allo scorso anno. Dietro queste cifre, ci sono spaccati di sofferenze impermeabili a qualsivoglia formula algebrica. C’è solo da lavorare con impegno per contrastare il fenomeno anche con mirate campagne di sensibilizzazione. È il caso della nostra iniziativa denominata ‘Questo non è amore’, volta a intercettare segnali di sofferenza e ad aiutare a uscire da pericolosi isolamenti, prima ancora che questi si traducano in reati violenti con conseguenze irreversibili”, ha continuato il questore nel suo discorso.
Numeri a parte, più volte il capo della polizia meneghina ha voluto sottolineare l’importanza di quello che ha definito “ultimo miglio”: “Penso alla nostra Volante con i secondi contati per arrivare in tempo nel luogo del bisogno. Penso ai pochi minuti a disposizione per salvare una vita o per evitare un attentato. Una continua e impegnativa corsa per evitare il peggio e, quindi, mi interrogo se, nelle miglia precedenti, si sarebbe potuto fare qualcosa in più o di diverso per evitare affanni o rendere meno decisivo il nostro eventuale ritardo”.
“La sicurezza rimane bene assoluto che va perseguito nella sua massima espressione, compatibile con lo scenario concreto e con il contributo di tutti gli attori in campo. Ma un’analisi completa non può prescindere dal considerare Milano una città che, come poche, evolve rapidamente e incessantemente. Cerchiamo di sfuggire a facili fascinazioni e non cadiamo in sterili scoraggiamenti. In dieci anni, è mutato lo skyline milanese e si sono creati nuovi centri di aggregazione e di movimentazione della folla che hanno reso necessario rimodulare anche la grammatica della sicurezza. Un tessuto urbano, insomma, diverso in cui sono diminuiti negozi di prossimità, edicole, custodi di palazzi che aiutavano a sentirsi meno soli attenuando – forse – la percezione di insicurezza. Alla Milano da bere e delle televisioni si aggiunge oggi quella della moda, del design, degli influencer e delle week”, la chiave di lettura fornita da Petronzi.
E Milano, cambiata o meno, a lui è entrata nel cuore. “Ci sono viaggi inattesi, tremendi e stupendi che uno mai vorrebbe terminare perché non conta, e forse non esiste, il traguardo ma il percorso. Questo però lo sai solo alla fine. Realizzi che appartieni sempre meno a te stesso e che, servendo il Paese, sei entrato in una dimensione che ti ha mutato e assorbito appieno. Ed è per questi altri intimi motivi – ha detto concludendo quasi in lacrime – che sinceramente ringrazio tutti, ma proprio tutti, coloro i quali mi hanno aiutato e sostenuto nel mio percorso al servizio di questa meravigliosa città a cui ho dato tanto e da cui ho ricevuto tutto”.
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È, se si potesse inserire in una logica nuova di inserimento sociale di alcuni di questi soggetti recuperabili,in un contesto completamente avulso e alieno da quel habitat di degrado al quale loro hanno scelto di appartenere ed esercitato il loro continuo vivere immorale e delinquenziale!?
Quanto dovremo aspettare, Sig. Questore,per provare e trovare altre soluzioni fuori da i soliti schemi punitivi che” fabbricano” non cittadini “sani” e lavoratori , collaborativi integrati!?
Con buona pace poi dei buon pensanti di quella sinistra fintamente accogliente e pronta a giustificare quasi qualsiasi reato,purché non tocchi ovviamente il proprio” enturage” familiare!!?
Credo che da cittadino che paga le tasse ,e tante,mi debva porre questo problema soprattutto per i miei figli e magari i suoi ,ammesso che ne’ abbia,e di tutti gli altri cittadini onesti e per bene che chiedono delle risposte sul lungo termine e non da campagne elettorali di sorta!
Grazie.
Viva L’Italia…tutta.
Giuseppe Moschetta