13 ago. – La chiusura dell’Ilva di Taranto sarebbe “una vera e propria catastrofe economica” per il Paese, dal momento che “di questo passo l’Italia verra’ considerato un Paese dove forse andare in vacanza ma non certo investire un euro”.
A lanciare l’allarme e’ il leader della Uil, Luigi Angeletti, all’AGI. Il dirigente sindacale dunque appoggia l’intenzione del governo di rivolgersi alla Corte Costituzionale contro la sentenza che sospende la produzione nello stabilimento. “Dobbiamo evitare una vera e propria catastrofe economica. – spiega Angeletti all’AGI – Si continuano a sottovalutare gli effetti dirompenti in giro per il mondo di questa chiusura: l’Italia verra’ considerato un Paese dove forse andare in vacanza ma non certo investire una lira”.
Secondo Angeletti con la sentenza “non solo non si difende l’occupazione ma neppure probabilmente l’ambiente: un’azienda che chiude non verra’ mai risanata”. Di fatto per il dirigente sindacale con lo stop dello stabilimento “e’ gia’ iniziata una catastrofe e gli effetti li pagheranno tutti, non solo il Sud. Una decisione del genere – rincara la dose – e’ molto peggio dello spread alto”.
“L’Italia industriale perde di credibilita’: diventa un Paese dove e’ impossibile investire. Nessuno si fidera’ piu’ a mettere un euro con l’incognita giustizia. Bisogna trovare una soluzione che non faccia chiudere lo stabilimento. E’ necessario – conclude – che resti aperto e che con una parte di utili si risani il sito”. (AGI) –