Ormoni per bloccare la pubertà, Inghilterra vieta la somministrazione

transizione di genere

“Con una decisione storica, il Servizio Sanitario Nazionale inglese ha sospeso la somministrazione di ormoni per bloccare lo sviluppo sessuale di bambini confusi sulla loro ‘identità di genere’, dati gli effetti potenziali gravemente avversi alla loro salute e l’assenza di riscontri scientifici seri sui percorsi di cosiddetta “transizione”.

Il fenomeno delle transizioni sociali e sessuali tra minorenni è esploso negli ultimi anni a causa del costante bombardamento mediatico e culturale di messaggi “Gender-Fluid”, che hanno minato l’identità di giovani spesso fragili e insicuri per altre motivazioni, convincendoli che la causa delle loro sofferenze era l’essere “nati nel corpo sbagliato”, e che l’unica soluzione era “cambiare sesso” con pesanti trattamenti farmacologici e devastanti menomazioni chirurgiche.

Di fatto, migliaia di bambini e adolescenti sono stati indotti da un sistema malato a desiderare la castrazione chimica, senza alcuna possibilità di ravvedimento. I danni su queste giovani esistenze sono permanenti e incalcolabili.

La possibilità che anche bambini e adolescenti possano accedere a percorsi di transizione sociale e sessuale è un caposaldo dell’Ideologia Gender promossa dall’Associazionismo LGBTQXYZ, come sempre al di fuori e contro qualsiasi evidenza scientifica.
All’origine di tutto c’è la negazione ostinata del più elementare dato di fatto: il sesso è binario, siamo indelebilmente maschi o femmine per nascita e “cambiare sesso” è naturalmente impossibile.

L’Ideologia dei “Bambini Trans” sta mietendo vittime anche in Italia. Sull’esempio inglese, il Governo italiano dovrebbe intervenire con urgenza su due fronti:

1) elevare i controlli e gli standard medico-clinici dei centri per il trattamento di disforia di genere dei minori che operano negli ospedali italiani, sulla base delle più recenti evidenze scientifiche;

2) bloccare la diffusione illegale nelle scuole della cosiddetta “Carriera Alias”, che consente a minori confusi sulla loro identità sessuale di farsi chiamare con un “nome di elezione” rafforzando in loro la malsana idea di essere “nati nel corpo sbagliato” e indirizzandoli di fatto verso quei percorsi di transizione sociale e sessuale che nel Regno Unito sono stati appena banditi per evidente dannosità.”
Lo scrive su X Jacopo Coghe, portavoce di ”Pro Vita e Famiglia”.