MILANO, 12 MAR – La città simbolo delle scarpe in Lombardia, ma anche a livello nazionale e internazionale, perde uno dei suoi ultimi simboli: l’azienda Moreschi, specializzata in scarpe di lusso, sposta la produzione. Per ora non si sa ancora dove, ma si teme una delocalizzazione. Per ora è stata aperta la procedura di licenziamento – spiega la Cub-Tessili – per 59 lavoratori quasi tutti operai a partire dal prossimo maggio. Resterebbero solo 21 dipendenti in gran parte impiegati in servizio negli uffici. L’azienda è nata nel 1946 e nei tempi d’oro aveva dato lavoro a oltre 300 persone.
Negli ultimi anni era sopravvenuta la crisi e la cassa integrazione con continua riduzione di personale. “Già dal 2020 la famiglia Moreschi aveva ceduto la maggioranza delle quote a un istituto finanziario svizzero, la Harleys SA, che – ricordano i sindacati – ha deciso di mantenere a Vigevano il polo progettuale, ma di distribuire la produzione del manifatturiero in altre regioni, asserendo che la prevista svolta green sarebbe stata impossibile presso gli stabilimenti nel Pavese. Dopo rassicurazioni sul fatto che tutta la filiera sarebbe comunque rimasta a Vigevano ora dai 300 dipendenti degli anni d’oro ne rimarranno solo 21”.
“Ennesima chiusura del tessile. Le aziende chiudono o passano in mani forti, spesso francesi. L’Italia brilla per assenza di un piano industriale e di risorse finanziarie per difendere un capitale umano e di capacità tecniche che tutto il mondo ci invidia. Infatti tutti fanno shopping da noi. Vigevano e Parabiago sono due capitali storiche della calzatura e vanno difese. Mentre Governo e Regione si guardano in giro e fischiettano”, commenta Hazal Koyunquer, segretaria nazionale Cub-Tessili. (ANSA)