di Daniele Trabucco – L’Unione Europea, con il regolamento n. 851/2023, ha stabilito che, a decorrere dall’anno solare 2035 ed al fine di raggiungere la c.d. “neutralitá climatica” nel 2050, scatterá il divieto di produrre automobili e furgoni dotati di motori termici, ossia alimentati a diesel ed a benzina. Questo significa che, dal 2035, potranno essere immesse sul mercato soltanto auto elettriche o auto con tecnologia che consente di azzerare le emissioni. Questo provvedimento va compreso all’interno del “green deal” (il patto verde europeo) che, nel settore automobilistico, punta alla decarbonizzazione della mobilitá.
L’Italia, in sede di Consiglio dei Ministri dell’Energia dell’Unione Europea, si é astenuta insieme a Romania e Bulgaria (ha espresso voto contrario solo la Polonia), ma non é riusciuta a far inserire nella deroga al divieto i biocarburanti che il nostro Paese voleva affiancati ai combustibili sintetici ammessi.
Ora, il quadro normativo, al di lá di un mercato quale quello dell’elettrico che stenta a decollare e non solo in Italia, sottende una precisa ideologia: l’uomo é un elemento di perturbazione in un ordine altrimenti perfetto e, pertanto, va combattuto. La normativa regolamentare europea sottende una precisa narrazione, fondata su paura ed ansia, che si colloca alla base della “transizione ecologica”: un pianeta destinato alla distruzione, a causa dell’attivitá antropica, che deve essere salvato.
Questa ideologia “green” ha, dunque, un fine molto chiaro: porre le premesse per un “socialismo verde” che, pur mantenendo intatte sul piano formale le strutture democratiche, perviene sempre di piú ad un nuovo statalismo climatico inteso come pretesto per ridurre gradualmente gli spazi di proprietá, la vita delle persone, la stessa mobilitá (si pensi al progetto delle cittá 15 minuti o al limite dei 30 Km/h) etc.
Ecco, allora, che lo scientismo, fondato sull’assunzione ritenuta incontrovertibile per cui il cambiamento climatico é prodotto dall’uomo, diventa “enzima” di un’ideologia totalitaria che cela il suo volto dietro “il nostro bene”. Non contano le voci discordanti (pensiamo al Manifesto stilato da un centinaio di scienziati italiani quali Antonio Zichichi, Franco Battaglia, Franco Prodi ed altri che avevano chiesto, senza ottenere risposta, di essere ricevuti dal Presidente della Repubblica) secondo le quali l’unico 99% di consensi intorno all’origine antropica del cambiamento climatico non é della scienza ma dei mezzi di informazione chiamati a sorreggere questa narrazione, conta unicamente la “veritá” istituzionale che, “a colpi di maggioranza”, intende cambiare il paradigma antropologico.
Prof. Daniele Trabucco – Costituzionalista