Insabbiate le segnalazioni delle regioni sugli effetti avversi, manomessi i grafici sui danneggiati da vaccino. E i decessi “correlabili” diventano “indeterminati” perché generano «ansia»
di Andrea Zambrano per https://lanuovabq.it/it – Durante la stesura del quarto report sulla sorveglianza, un funzionario AIFA riportava di aver escluso le informazioni e i dati relativi agli effetti paralizzanti ed alle parestesie provocate dal vaccino anti covid. Inquietante il motivo: «Non mi sembra il caso». Eppure, le parestesie paralizzanti sono state una delle costanti che hanno torturato e torturano ancora ora i danneggiati da vaccino.
Ma la volontà di tacere tutte le informazioni era sistematica. Il 26 luglio 2021 in una mail, Aifa confessava di nascondere le informazioni sugli eventi avversi. «Potrebbe rappresentare un problema, dal momento che questo tipo di analisi potrebbe emergere un segnale di sicurezza». Tra le accuse di falso ideologico individuate dagli avvocati Angelo Di Lorenzo e Antonietta Veneziano di Avvocati Liberi, che seguono come legali gli estensori della denuncia nei confronti dell’ex ministro Roberto Speranza e dell’ex direttore di Aifa Nicola Magrini, compaiono anche le omissioni sulle segnalazioni delle Regioni.
NASCONDERE LE CORRELAZIONI
Come quella della Regione Emilia-Romagna, che segnalava un tasso altissimo di 1000 segnalazioni ogni 100mila dosi iniettate. Questo report non verrà mai pubblicato dalla Regione perché Aifa non ne autorizzava la pubblicazione: «Riteniamo che tali rapporti debbano essere utilizzati a uso interno». Lo stesso dicasi per la comunicazione Aifa del 18 gennaio 2021 nella quale la Regione Campania inviava ad AIFA la comunicazione in cui si contestava l’esclusione della correlabilità alla vaccinazione con il farmaco Pfizer. Il dirigente Aifa rispose: «Considerando la procedura accelerata con cui è stato autorizzato all’immissione in commercio, ritengo che il risultato del nesso non correlabile/indeterminato non esclude una potenziale correlazione tra il vaccino e l’evento avverso segnalato». In poche parole: AIFA non classificava come correlabile il nesso indeterminato pur sapendo che invece poteva essere in realtà correlato, tanto da aspettarsi molti tali casi.
Il 4 agosto 2022, a seguito di un decesso avvenuto dopo il vaccino Janssen si dà atto di una volontà mistificatoria di classificare “indeterminato” un evento mortale invece che correlabile: «Indeterminato, ma in realtà correlabile e va cambiato». Quindi i decessi correlabili alla vaccinazione vengono dichiaratamente classificati come “indeterminati” o “non classificabili”.
Il risultato è nei numeri che parlano chiaro: 29 casi correlati, 482 non correlati, 227 indeterminati e 74 non classificabili, vale a dire 301 casi potenzialmente correlabili che vengono nascosti.
MAGRINI NERVOSO
Sempre nell’accusa di falso ideologico rientra l’ordine di alterare i contenuti dei dati sull’eccesso di mortalità che a Magrini generavano ansia e nervosismo: Aifa riporta che «la probabilità di osservare un decesso di un anziano vaccinato è elevata». Ma Magrini fa passare un colpo di bianchetto: «Genera un po’ di ansia e nervosismo leggerlo». Il dato viene così oscurato e nel quarto report di farmacovigilanza del 26 aprile 2021, dato atto che gli eccessi di mortalità potevano essere persino sottostimati, Magrini rincara: «Togliere». La stessa omissione, sempre in fase di pubblicazione del quarto report per l’elevato «tasso di segnalazione di seconda dose di Astrazeneca su 100mila dosi somministrate».
GRAFICI “TAROCCATI”
È stato uno degli elementi più clamorosi nell’inchiesta di Fuori dal Coro sugli Aifa leaks curata dalla giornalista Marianna Canè e non poteva non trovare posto. Ci riferiamo alla manipolazione dei grafici destinati a provare la verità del tasso di segnalazione di effetti avversi. Per «dissimulare e mistificare la reale portata di un numero impressionante di segnalazione di effetti gravi l’11,9% del totale, viene disegnato un grafico totalmente sproporzionato al fine di condizionare anche visivamente la comprensione della popolazione».
Un cittadino se ne accorge e fa notare che quel grafico corrisponde a un 2%. Aifa non si scompone più di tanto, ammette di saperlo, ma non lo corregge.
Questa sistematica attività di omissioni e a volte manomissioni dei dati sugli effetti avversi ha generato, secondo i legali, anche un altro reato: il delitto di false dichiarazioni in atti all’Autorità Giudiziaria.
Secondo Veneziano e Di Lorenzo, infatti, «il giudizio costituzionale è stato falsato e così anche ogni tipologia di giudizio nazionale». Si contesta il processo in Corte costituzionale con sentenza 14/2023 dove AIFA ha prodotto in giudizio «attestazioni ideologicamente e false traendo in inganno il giudice».