di Massimo Balsamo – L’integralismo woke non conosce confini. Tutto può essere messo in discussione in nome di una linea talebana, anche chi ha fatto la storia di una nazione e che fino a ieri era considerato uno dei più amati e celebrati eroi nazionali. È il caso di Lord Horatio Nelson, il celebre ammiraglio britannico idolatrato in Gran Bretagna per le sue vittorie nelle tre grandi battaglie navali in cui era comandante in capo. Ebbene, I duca di Bronte è finito nel mirino del Museo Nazionale Marittimo di Greenwich che custodisce la sua uniforme con cui cadde a Capo Trafalgar.
Come riportato dal Telegraph, le imprese di Horatio Nelson sono state reinterpretate in una mostra organizzata dal più grande museo marittimo del Regno Unito. A fianco del busto dell’ammiraglio, è stata posizionata la statua della Dea protettrice di tutti i migranti, che non si definisce né maschio né femmina, né umano né pesce. Il trionfo del politicamente corretto, il sogno dei risvegliati. In un improbabile dialogo riprodotto su un display, la divinità rimprovera Nelson che “il coraggio e la resilienza” mostrate in battaglia sono comuni a tanti altri, compresi i migranti che attraversano i mari.
Il dialogo tra Horatio Nelson e la Dea protettrice dei migranti fa parte di uno spettacolo più ampio che include un personaggio genderless che protesta contro un capitano della marina. Ad un certo punto, il personaggio di Nelson afferma con arroganza: “C’è qualcosa di più glorioso che combattere per il proprio Paese? L’Inghilterra se lo aspetta”. La statua della Dea – ovviamente nera – ribatte:“Ascoltami, non siete gli unici ad aver mostrato coraggio e tenacia in mare. Molte persone sono costrette a compiere viaggi pericolosi per sfuggire alla guerra. Come protettrice dei migranti non ho bisogno delle vostre medaglie fantasiose e della vostra uniforme. La mia armatura e il mio giubbotto di salvataggio proteggono le persone dai pericoli. Porto con me le scorte essenziali, i ricordi e i sogni preziosi di ogni persona che proteggo. Cosa può esserci di più importante di questo?”.
La statua della Dea è stata realizzata in consultazione con l’organizzazione benefica Action for Refugees Lewishame la sua creazione è legata alla nuova strategia del Museo Marittimo di “lavorare con le parti interessate” per offrire prospettive storiche più varie. Lo storico Zareer Masani ha espresso preoccupazione riguardo all’intento della mostra, affermando che l’opposizione artificiosa tra la Dea e l’eroe di Trafalgar rappresenta una “giustapposizione oltraggiosa” e “chiaramente progettata per provocare”. Il timore è che la cultura woke diventi dominante all’interno delle istituzioni culturali. La preoccupazione è più che comprensibile.
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