di Francesca Galici – Il moldavo arrestato a Torino lo scorso per un episodio di violenza sessuale perpetrato nel 2014 è tornato in libertà. Nonostante la condanna a cinque anni di reclusione i giudici della Corte d’appello hanno accolto il ricorso presentato dal suo difensore, l’avvocato Basilio Foti. L’uomo era ricercato da nove anni ma il suo avvocato ha dimostrato che il moldavo non era a conoscenza del procedimento: è stato quindi necessario riaprire i termini per permettergli di ricorrere contro la sentenza. A eseguire l’arresto poco più di un anno fa è stata la Guardia di finanza, che l’ha intercettato in una strada del centro di Torino.
“Il processo dovrà essere ripetuto”, ha commentato l’avvocato Foti. Nel 2015, l’uomo aveva fatto rientro nel suo Paese natale, dove aveva cambiato identità. Passato un certo numero di anni, aveva fatto ritorno in Italia insieme alla sua famiglia e si era nuovamente stabilito a Torino, dove aveva cominciato a lavorare come manovale. La Guardia di finanza è stata in grado di fermarlo perché, durante un controllo standard in città, ha notato delle anomalie nei documenti presentati. A contribuire all’arresto anche il suo atteggiamento particolarmente nervoso nel corso del controllo, che ha spinto le Fiamme gialle ad approfondire la sua posizione con un rilievo fotodattiloscopico, che ne ha accertato la vera identità.
La notizia della sua scarcerazione è arrivata, per un curioso scherzo del destino, proprio nella ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Tutto da rifare, quindi, nonostante le evidenze e le prove a suo carico. Un cavillo burocratico ha permesso all’uomo di tornare in libertà nonostante in passato, da uomo libero, abbia tentato, riuscendoci, la fuga nel suo Paese natale per costruirsi una nuova identità e scampare alla cattura. Non è chiaro se questo gli verrà contestato nel corso del processo o se dovrà essere sottoposto a un nuovo procedimento per possesso di documenti falsi. Non sono nemmeno chiari i tempi entro cui il procedimento per violenza sessuale dovrà essere ripetuto e se l’uomo potrà essere nuovamente sottoposto a restrizioni della sua libertà personale come misura cautelare preventiva al rischio di fuga.
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