Biden in caduta libera tra gaffe e sondaggi, declino irreversibile

tacchino

Biden, serie interminabile di figuracce internazionali

www.affaritaliani.it – L’ultima è stata al summit dell’Apec. Anzi no, ne ha già fatta un’altra. Le gaffe di Joe Biden si susseguono a ritmo incessante e alimentano le preoccupazioni dei Democratici sull’opportunità di candidare il presidente per un secondo mandato. Nei giorni scorsi hanno fatto il giro del mondo un paio di video girati durante il vertice della Cooperazione Economica Asia-Pacifico di San Francisco. Nel primo, durante la sessione plenaria e l’intervento di uno dei 20 colleghi, Biden improvvisamente si alza e circumnaviga il tavolo fermandosi di fianco al leader cinese Xi Jinping, gli tocca il braccio e inizia a parlargli. Xi, sorpreso, si toglie le cuffie, si alza e gli stringe la mano, mentre cerca con lo sguardo l’aiuto di un traduttore, mentre anche gli altri leader osservano la scena.

Il secondo video è invece quello della foto di gruppo al termine dei lavori. I 21 leader sono in posa uno di fianco all’altro e al termine dello scatto sono chiamati a uscire tutti dallo stesso lato. Biden invece ferma il presidente indonesiano Joko Widodo e gli stringe la mano, un gesto fuori protocollo a cui Widodo risponde con uno sguardo tra l’interrogativo e il divertito.

Tutto qui? Ovviamente no

Lunedì, durante la cerimonia tradizionale in cui il presidente ha graziato due tacchini per il Giorno del Ringraziamento, destinati altrimenti a finire ripieni su una tavola imbandita, ha confuso le due star della musica pop Britney Spears e Taylor Swift. Parlando dei due tacchini Liberty e Bell, che avevano vinto la “selezione” per essere graziati, il presidente ha commentato davanti agli ospiti riuniti nei giardini della Casa Bianca: “Sono arrivati qui contro ogni pronostico, esserci riusciti è più difficile che prendere un biglietto per il Renaissance Tour o, o per il tour di Britney. Lei è laggiù in Brasile, dove fa molto caldo”. In realtà in Brasile si trovava Taylor Swift, impegnata nel suo tour.

Qualche settimana fa, durante un ricevimento per la campagna elettorale a Manhattan, ha ripetuto un discorso sulla rivolta di Charlottesville del 2017 e sulla sua decisione di candidarsi alla presidenza nel 2020 a distanza di pochi minuti l’una dall’altra e quasi parola per parola. Durante le osservazioni al raduno ospitato dalla miliardaria ereditiera immobiliare Amy Goldman Fowler, l’ottantenne presidente ha raccontato di come si stesse godendo la pensione dopo due mandati come vicepresidente di Barack Obama quando “nell’agosto del 2017 è arrivata Charlottesville, in Virginia”. Dopo aver raccontato come la sua famiglia allargata lo abbia spinto a sfidare Trump, il presidente ha ricominciato a raccontare la storia. Di nuovo, esattamente da capo. Ed esattamente uguale. Inquietante.

A luglio aveva fissato dei foglietti sulle sue ginocchia mentre accoglieva il presidente israeliano Isaac Herzog nello Studio Ovale, invece di guardare in faccia il capo di Stato. A settembre dell’anno scorso, Biden ha chiesto alla rappresentante Jackie Walorski di alzarsi in piedi e di essere riconosciuta durante un evento, apparentemente dimenticando che Walorski era morta in un incidente d’auto il mese precedente – e che lui aveva rilasciato una dichiarazione in occasione della sua scomparsa.

Le gaffe si ripercuotono sui sondaggi: Biden in caduta libera

L’elenco, in costante fase di aggiornamento, non è un semplice divertissement. Ma dice molto di più sui dubbi che circondano Biden, che proprio in questi giorni ha compiuto 81 anni. Per gli elettori democratici sono troppi per candidarsi nel 2024 alla Casa Bianca. Se Biden dovesse restare per il secondo mandato, chiuderebbe a 86 anni. Il timore è che la torta con 81 candeline ricordi agli elettori il problema dell’età. Quando Ronald Reagan corse per il secondo mandato, già nell’83, a un anno dalle elezioni, si disse che la first lady, Nancy Reagan, avesse tentato di convincere il marito a ritirarsi. Lo considerava troppo anziano per restare altri quattro anni alla Casa Bianca. Reagan aveva 72 anni, nove meno di Biden allo stesso punto del suo mandato.

Va tra l’altro ricordato che solitamente i candidati democratici sono più giovani e più “cool” degli avversari repubblicani. Basti pensare a Barack Obama contro John McCain o a John Fitzgerald Kennedy contro Richard Nixon. Non che Donald Trump, probabile sfidante di Biden, sia un giovincello ma al fianco del presidente democratico di certo sembra meno anziano.

Tutte queste valutazioni si fanno sentire sui sondaggi, che sembrano restituire l’immagine di un declino irreversibile. Secondo l’ultimo sondaggio nazionale di NBC News, l’indice di gradimento del presidente è sceso al livello più basso della sua presidenza (40%), poiché una forte maggioranza di tutti gli elettori disapprova la sua gestione della politica estera e della guerra tra Israele e Hamas. Inoltre, il sondaggio vede per la prima volta Biden dietro all’ex presidente Donald Trump in un ipotetico confronto per le elezioni generali, anche se il deficit è ben all’interno del margine di errore del sondaggio per una gara che è ancora a più di 11 mesi di distanza.

L’erosione per Biden è più pronunciata tra i democratici, la maggioranza dei quali ritiene che Israele si sia spinto troppo oltre nell’azione militare a Gaza, e tra gli elettori di età compresa tra i 18 e i 34 anni, il cui 70% disapprova la gestione della guerra da parte di Biden.
Secondo il sondaggio, il 40% degli elettori registrati approva l’operato di Biden, mentre il 57% lo disapprova, il che rappresenta il minimo storico di approvazione (e il massimo storico di disapprovazione) di Biden nel sondaggio da quando è diventato presidente.

Un altro dato negativo per il presidente è che solo il 33% degli elettori approva la gestione della politica estera da parte di Biden, con un calo di 8 punti rispetto a settembre. Questo dato si confronta con il 62% degli elettori, compreso il 30% dei democratici, che dicono di disapprovare la gestione della politica estera da parte del presidente.

Solo il 34% di tutti gli elettori approva la gestione di Biden della guerra tra Israele e Hamas, contro il 56% che si dichiara contrario. Per quanto riguarda i partiti, solo la metà degli elettori democratici (51%) dichiara di approvare la gestione della guerra da parte di Biden, contro la maggioranza degli indipendenti (59%) e dei repubblicani (69%) che si dichiarano contrari. Per quanto riguarda l’economia, meno di 4 elettori su 10 (38%) affermano di approvare la gestione della questione da parte del Presidente, con un aumento di 1 punto rispetto a settembre.

Una fotografia spietata e preoccupante, alla quale i Democratici non sanno però fin qui come porre rimedio.