«Indi Gregory è stata uccisa, con la scusa di un fantomatico “miglior interesse”, da un sistema sanitario e legale, quello inglese, impregnato di barbara cultura eutanasica, che ha rifiutato anche solo di tentare la differente proposta medica e clinica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, soffocando così l’amore dei suoi genitori nelle aule di tribunale. Dean, il padre di Indi, ha detto che lui e sua moglie sono pieni di vergogna. Oggi tutti siamo pieni di vergogna perché ci troviamo in una “modernità” che, con un assurdo e falso concetto di “pietà”, sopprime, uccide e scarta deboli e indifesi. No! Noi a questa cultura di morte non ci stiamo e non ci piegheremo mai!»
Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus che in questi giorni ha seguito, per la parte italiana, il caso di Indi a stretto contatto con i legali inglesi della famiglia Gregory.