Sanità Lgbt+: stanze singole ai trans e toilette “asessuate”

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di Massimo Balsamo – Un manuale Lgbt in salsa gender ma anche un omaggio alla nuova religione woke. L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato un vademecum per gli operatori sanitari dal titolo «Linee di indirizzo per la comunicazione del personale sanitario con i/le pazienti lgbt+», destinato a fare discutere.

Approvato dall’Osservatorio medicina di genere, il documento è stato redatto dal gruppo di lavoro «Diseguaglianze di salute legate al genere»: 35 pagine con le linee guida per consentire ai medici di avere gli strumenti per comunicare con i pazienti della comunità arcobaleno. Stranamente privo di schwa, dati i contenuti, il bignamino accende i riflettori su temi come il benessere delle persone Lgbt, gli ostacoli nell’accesso e nell’utilizzo dei servizi sanitari o ancora le pratiche inclusive. A tal proposito, per gli esperti presumere che i pazienti siano cisgender e eterosessuali può rappresentare un’inconsapevole micro-aggressione. Ma il peggio deve ancora venire.

Per non urtare il mondo arcobaleno, il personale sanitario dovrebbe creare un ambiente accogliente a partire dall’utilizzo da cartelli, e brochure accoglienti negli studi e nelle sale d’aspetto. Un altro suggerimento è quello di «affiggere, in modo visibile, una dichiarazione di non discriminazione in cui si affermi che le prestazioni sanitarie erogate presso il Servizio sono uguali per tutti i pazienti a prescindere dall’età, dall’etnia, dalla religione, dall’abilità, dall’orientamento sessuale e dall’identità/espressione di genere».

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Chiamati ad assumere un «atteggiamento affermativo» e ad utilizzare un «linguaggio neutro», medici e operatori dovrebbero inoltre «prevedere almeno un servizio igienico non specificatamente destinato ad un singolo genere. Nel caso di ricovero in una struttura sanitaria di una persona TGD (transgender e gender diverse, ndr), ove possibile, verificare la disponibilità d’uso di una camera singola, a garanzia della privacy della persona interessata». La toilette gender neutral, la vittoria di Zan.

Dalle domande iper-inclusive all’invito a non utilizzare termini come madre/padre, il documento è la fiera dell’ideologia dei risvegliati. Basti pensare al passaggio dedicato alle differenze sulle questioni legate alla salute sessuale: «Lo screening del cancro della cervice uterina è raccomandato per tutte le persone assegnate femmine alla nascita». Wokeismo allo stato puro.

Capitolo a parte per i minori e la comunicazione da adottare. Vietato dire ai giovani pazienti che stanno attraversando una fase: «L’orientamento sessuale lesbico/gay/bisessuale/asessuale come quello eterosessuale è una variante naturale della sessualità umana. Se hai dubbi che vuoi risolvere e desideri avere più chiarezza potrebbe essere utile che tu ti rivolga ad associazioni LGBT+ sul territorio». In altri termini, i medici si chiamano fuori e spingono bambine e bambini minorenni tra le braccia del mondo arcobaleno. In chiusura, una decina pagine con un glossario che comprende termini come trigender (chi si identifica non con due ma con tre identità di genere), pangender e eterosessismo.
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