Alla Russia, in guerra con l’Ucraina da oltre 500 giorni, sono rimaste poche opzioni se non lo scontro diretto con la Nato. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev su Telegram, precisando che “sembra che alla Russia siano rimaste sempre meno scelte se non quella di impegnarsi in un conflitto di terra diretto con la Nato, che si è trasformata in un’alleanza apertamente fascista simile all’Asse di Hitler, solo di dimensioni maggiori”.
I segnali dell’escalation
Medvedev ha elencato diversi eventi che rendono più probabile uno scontro diretto tra Russia e Nato, fra i quali la consegna di carri armati Abrams di fabbricazione statunitense, la promessa di inviare Atacms a lungo raggio in Ucraina e i legami tra le autorità canadesi e Kiev.
“Siamo pronti (per il conflitto) – ha quindi affermato – anche se il risultato avrà per l’umanità un costo molto maggiore rispetto al 1945”, ha concluso Medvedev.
Il Cremlino contro i tank Usa
“I carri armati Abrams sono armi serie”, ha detto il portavoce Dmitri Peskov, ma “bruceranno”. “Niente di tutto questo può in alcun modo influenzare l’essenza dell’operazione militare speciale”, né “il suo esito”, ha poi affermato Peskov, aggiungendo che nessuna arma può “cambiare i rapporti di forza sul campo di battaglia”. Il portavoce ha poi denunciato che con queste nuove forniture “gli americani continuano ad aumentare il loro coinvolgimento”. ADNKRONOS