”Non consentirò che l’Italia diventi il campo profughi d’Europa”. Lo dice con forza Giorgia Meloni, alla vigilia dell’intervento che segnerà il suo esordio all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, la prima di una donna presidente del Consiglio italiana nell’imponente sala oro e blu del Palazzo di Vetro. E lì che la premier solleverà uno dei temi che le sta più a cuore: l’emergenza migranti, un’onda che non si arresta e che anzi ha preso più vigore negli ultimi mesi.
Il dossier migranti è in cima alla lista delle priorità: Meloni è convinta di poter smuovere qualcosa anche a New York, dopo aver condotto domenica scorsa la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Lampedusa, ottenendo un impegno dell’Europa in 10 punti. Stroncati da Mateusz Morawiecki, suo alleato nel gruppo Conservatori: ”Un piano disastroso”, ha detto senza giri di parole il premier polacco promettendo battaglia.
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From Tunisia to Lampedusa. Isn't this an invasion? Where are the women and children? EU politicians don't want us to show these images, they want you to believe the fairy tale of "poor refugee women and children". We don't believe in fairy tales https://t.co/drJGG33zBu pic.twitter.com/6f4eJBvWlt
— RadioGenoa (@RadioGenoa) September 19, 2023
L’Italia ”non può essere lasciata sola” e avanzerà una sua proposta. Meloni dice di confidare nelle Nazioni Unite perché ”un’organizzazione che fu fondamentale nel contribuire a sconfiggere la schiavitù non può consentire il ritorno di quella barbarie sotto altre forme”. La partita si vince solo insieme. Nonostante i numeri degli sbarchi da brivido, e in costante crescita, la premier si dice fiduciosa: ”Se avessimo la bacchetta magica avremmo risolto il problema. Non ce l’abbiamo. Ci vorrà tempo, ma sono convinta che ce la faremo”.
Meloni, lasciando Columbus Circus, racconta: dagli alleati ha ricevuto in questi giorni ”molta attenzione e consapevolezza, molta solidarietà. Il problema è capire quando e quanto quella solidarietà diventerà anche fatti concreti” perché ”questo è quello che a me interessa ora”.
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