Il generale Leonardo Tricarico di fronte alle parole di Giuliano Amato non rimane a guardare. Ad anni di distanza l’ex presidente del Consiglio è tornato a parlare della strage di Ustica dietro la quale ci sarebbero stati i francesi che avrebbero voluto far fuori Gheddafi. Nella sua ricostruzione Amato accusa anche l’Aeronautica: “Da principio i militari si erano chiusi in un silenzio blindato, ostacolando le indagini. E quando da sottosegretario alla Presidenza ebbi un ruolo in questa vicenda, nel 1986, cominciai a ricevere a Palazzo Chigi le visite dei generali che mi volevano convincere della tesi della bomba esplosa dentro l’aeromobile“.
Una tesi che non trova d’accordo chi dell’Aeronautica è stato capo di Stato Maggiore
“La sensazione che ho provato dopo aver letto l’intervista resa da Giuliano Amato a ‘la Repubblica’ è stata quella dello scampato pericolo nel senso che Amato, è stato presidente del Consiglio nonché della Corte Costituzionale, e avrebbe potuto essere presidente della Repubblica. Faccio fatica a immaginare come l’unità nazionale avrebbe potuto essere rappresentata da una persona che consegna alla stampa ipotesi fantasiose, che sono state tutte demolite nel dibattimento penale, su una tragedia italiana di cui le cause non hanno più alcunché di oscuro: è stato un atto terroristico attraverso una bomba”, tuona all’Adnkronos.
Da presidente della fondazione Icsa e membro dell’Associazione per la verità sul disastro Aereo di Ustica, Tricarico si chiede “come si fa ancora oggi a parlare, da quel livello istituzionale, di vere e proprie falsità come è stato provato oltre ogni ragionevole dubbio e con numerose evidenze nel processo penale?”. E ancora: “Bisognerebbe chiedere ad Amato come mai, nella deposizione davanti al pm Rosselli ha ritenuto di dover tacere una parte delle cose che ha confidato poi a ‘la Repubblica”. liberoquotidiano.it