Chi arriva in Italia per richiedere asilo non può essere chiamato ‘clandestino’, nemmeno in un manifesto politico. Con una sentenza depositata lo scorso 16 agosto, la Corte di Cassazione respinge il ricorso presentato dalla Lega e chiude una vicenda iniziata nel 2016, quando, per contestare l’assegnazione di 32 richiedenti asilo a un centro di assistenza messo a disposizione da una parrocchia di Saronno, in provincia di Varese, il Carroccio aveva convocato un presidio con cartelli che recitavano: ‘Saronno non vuole i clandestini’ o ‘Renzi e Alfano complici dell’invasione’.
Leggi anche
► Calci al cane antidroga, botte a poliziotto, poi si denuda. Arrestato “richiedente asilo”
► Roma: stuprano una 17enne, in manette due “richiedenti asilo”
► Piacenza, ucraina violentata in strada: arrestato “richiedente asilo”
► Pakistano entra in Italia come ‘richiedente asilo’, ma in patria aveva ucciso 3 fratelli
► Violenza sessuale a Monza, perizia psichiatrica per il ‘richiedente asilo’ arrestato
► Droga nel centro di accoglienza, ‘richiedenti asilo’ nei guai
► Migranti, 853 milioni per i richiedenti asilo nel 2023
L’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi) e l’associazione Naga, che fornisce assistenza sanitaria e legale ai cittadini stranieri, avevano citato in giudizio la Lega affermando che qualificare i richiedenti asilo come clandestini costituisce “molestia discriminatoria”. Istanze che erano già state accolte in primo e secondo grado, con il Carroccio che era stato condannato a un risarcimento in favore delle due associazioni.
La Lega aveva fatto ricorso, respinto però ora dalla Corte che condanna il partito a un ulteriore rimborso delle spese. Secondo la Cassazione, infatti, gli stranieri che fanno ingresso nel territorio italiano perché corrono un rischio effettivo nel rientrare al loro Paese di origine “non possono a nessun titolo considerarsi irregolari e non sono dunque clandestini“. www.affaritaliani.it
