Messico, inseminazione delle nuvole contro la siccità

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In Messico non piove da giorni. La siccità sta attanagliando il Paese provocando una serie di gravi disagi: dalla mancanza di acqua, ai danni all’agricoltura, fino alla perdita del raccolto con un serio aumento dei prezzi dei beni alimentari. Per cercare di risolvere – almeno temporaneamente – il problema, il governo messicano ha scelto di testare una tecnologia piuttosto controversa, il cloud seeding. Si tratta di un sistema di “inseminazione artificiale delle nuvole”, che prevede la spruzzatura di particelle di ioduro d’argento, tramite degli aerei, direttamente nelle nubi: una tecnica che, aumentando il livello di umidità, stimola le precipitazioni.

Come funziona il cloud seeding

Non è una tecnologia recente: come spiega la Cnn, il sistema di inseminazione delle nuvole è stato scoperto negli anni ’40 ed è stato impiegato in circa 50 Paesi, compresi Cina e Stati Uniti: in particolare Utah, North Dakota e Wyoming (dove è stato sfruttato addirittura per creare la neve). Il cloud seeding, che può essere effettuato sia da terra che in aria tramite velivoli, inietta minuscole particelle di ioduro d’argento nelle nuvole generando grandi quantità di pioggia (molto di più di quanto sarebbero in grado di fare le nubi in modo naturale). La tecnica più diffusa per propagare la sostanza nei cieli prevede l’utilizzo di razzi posizionati sulle ali e sulla pancia degli aerei.

il governo messicano si ritiene soddisfatto, dichiarando che il suo attuale progetto di cloud seeding, in atto ormai da dicembre 2020, ha avuto un impatto positivo: stando a quanto riferiscono fonti governative, nel 2021 l’inseminazione delle nuvole ha generato il 40% in più di precipitazioni. “I nostri progetti hanno tutti avuto successo”, ha affermato un portavoce della società Startup Renaissance, società di “stimolazione della pioggia” che ha lavorato al progetto messicano dal 2020. Ma molti scienziati rimangono scettici.
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