Biancalani indagato per truffa e falso in atto pubblico

don Biancalani

(https://www.iltirreno.it) – PISTOIA. È don Massimo Biancalani stesso, con l’ausilio dei suoi legali Elena Baldi e Fausto Malucchi, a decidere di rendere pubblico l’avviso di conclusione delle indagini preliminari ricevuto dalla Procura di Firenze. Quello che notifica la chiusura del fascicolo in cui il parroco è indagato per truffa ai danni dello Stato e falso in atto pubblico, per aver stipulato quattro contratti di lavoro falsi con altrettanti migranti ospiti di Vicofaro (inquadrati come colf e collaboratori domestici) conseguendo illecitamente contributi Inps e condizionando il riconoscimento della protezione internazionale a favore degli stessi richiedenti da parte del Tribunale di Firenze.

Don Biancalani, che si ritiene innocente e che chiederà di essere interrogato dal pubblico ministero, dichiara di aver agito «in coscienza e alla luce del sole» e che i contratti non erano assolutamente falsi ma reali, consigliati e predisposti da un patronato a cui si era rivolto per premiare alcuni ragazzi che lo aiutavano nella gestione organizzativa dell’accoglienza facendo da mediatori nelle strutture di Vicofaro e Ramini. «Sono costretto a osservare la continua pressione delle istituzioni sul nostro operato» dice il prelato, spiegando di voler giocare a carte scoperte e di non aver nulla da nascondere, «consapevole che comporterà un’altra valangata di fango, ma contando sulla coscienza e la capacità delle persone di valutare e farsi un’idea».

Un’attenzione, quella della magistratura per don Massimo, eccessiva anche per i suoi avvocati, secondo cui la ricostruzione della Procura «appare fantasiosa e il procedimento avrebbe già dovuto essere archiviato». Legali che parlando di «fascicolo parziale», presumono ne esista uno più grande con la contestazione di reati più gravi. Una tegola che si somma alla delicata gestione dello screening anti-tubercolosi in corso a Vicofaro in questi giorni.