Da qualche anno ci viene raccontato che se la temperatura s’innalza la colpa sarebbe di tutti noi; e si aggiunge che l’intera comunità scientifica sarebbe concorde in merito a ciò.
(https://www.ilgiornale.it) – È anche per evitare dubbi al riguardo che la conferenza per il Fondo monetario internazionale che l’americano John Clauser avrebbe dovuto tenere il 25 luglio è stata rinviata a data da destinarsi. La lezione di questo celebre fisico, insignito del Premio Nobel nel 2021, è stata annullata per decisione del direttore dell’IMF, Pablo Moreno, e il motivo è che Clauser aveva in programma di contestare alcuni dogmi in tema di global warming.
Chi è Moreno? È un economista spagnolo, con un dottorato alla Complutense, che per anni ha lavorato per il governo di Madrid, prima di ottenere questo prestigioso incarico politico. Ha forse le competenze per sostenere che le tesi di Clauser sarebbero infondate tanto da giustificare una censura preventiva? No. È un po’ come se un filologo classico impedisse a Moreno stesso di esprimere la sua opinione sul commercio internazionale.
La questione, ovviamente, è solo politica. Clauser aveva già criticato l’amministrazione Biden in tema di politiche climatiche, ma il Fondo monetario internazionale e Pablo Moreno rispondono a logiche di schieramento; e poco importa che il Premio Nobel spieghi che i modelli in circolazione, alla base di cruciali decisioni in Nord America come in Europa, non tengano in considerazione la luce riflessa dalle nubi che ricoprono la terra.
Che un Moreno qualunque censuri un Nobel la dice lunga sul nostro tempo e in particolare sul fatto che il dogmatismo difeso dai media mainstream risponde a una solida alleanza tra interessi e ideologia. L’emergenza climatica permette di dilatare il potere e di moltiplicare le opportunità di rendita economica (questo, immagino, Moreno lo saprà bene).
La voce di Clauser doveva essere soffocata perché un fisico che ha ottenuto il Nobel e ha raggiunto gli ottant’anni può dire quello che vuole: non ha nulla da temere dalle mafiette accademiche. Per giunta egli è nel board della CO2 Coalition, una delle poche realtà che riunisce scienziati indipendenti, interessati alla verità, desiderosi di confrontarsi e nemici di ogni forma di censura.
È comunque una fortuna per Clauser che egli sia statunitense, dato la sua libertà di espressione è tutelata dal primo emendamento, che impedisce conseguenze di ordine penale a chi esprime le proprie tesi. Se le cose vanno avanti così, in Italia potrebbe rischiare la galera.