La pena per l’anarchico Alfredo Cospito è stata ricalcolata in 23 anni di carcere. Lo ha deciso la corte di assise d’appello di Torino, mentre la procura generale aveva chiesto l’ergastolo. Il procedimento era dedicato al ricalcolo della pena in relazione a uno solo degli episodi contestati nel maxiprocesso Scripta Manent: l’attentato del 2 giugno 2006 alla scuola Allievi carabinieri di Fossano (Cuneo).
Accogliendo una richiesta dei difensori, gli avvocati Flavio Rossi Albertini e Gianluca Vitale, la corte ha applicato l’attenuante del “fatto lieve”.
Il procedimento era dedicato al ricalcolo della pena in relazione a uno solo degli episodi contestati nel maxiprocesso Scripta Manent, l’attentato del 2 giugno 2006 alla scuola Allievi carabinieri di Fossano (Cuneo).
Cospito in aula: “Nessuna prova contro noi anarchici”
Alfredo Cospito per le prima volta ha negato il proprio coinvolgimento nell’attentato alla scuola allievi carabinieri nella città piemontese del 2 giugno 2006. Lo ha fatto nel corso dell’ultima dichiarazione spontanea prima che i giudici di Torino entrassero in camera di consiglio. “Non c’è nessuna prova che noi abbiamo piazzato gli ordigni a Fossano. Questo è un processo alle idee. Gli anarchici non fanno stragi indiscriminate, perché gli anarchici non sono lo Stato“. Cospito ha anche parlato di un processo caratterizzato da “stranezze” e da “un evidente accanimento”.
“La perizia calligrafica non è una prova ma una forzatura, una perizia calligrafica su 4 parole che già gli stessi Ris consideravano inutilizzabile perché si tratta di una ricalcatura di una calligrafia sconosciuta”, ha detto Alfredo Cospito. “La tesi surreale che è passata è che abbiamo ricalcato la nostra stessa calligrafia”, ha detto ancora Cospito prima di essere interrotto dai giudici.
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