All’indomani della morte di Silvio Berlusconi, è stato indetto il lutto nazionale. È un evento senza precedenti, perché fatta eccezione per gli ex presidenti della Repubblica Leone e Ciampi, in nessun altro caso per un ex presidente del Consiglio morto era stata riservata la giornata di lutto nazionale. La decisione ha suscitato dei consensi ma da alcuni è stata ritenuta inopportuna. Tra questi vi è l’ex presidente del Partito democratico, Rosy Bindi che, ospite del programma di LA7 “Tagadà” con Tiziana Panella alla conduzione, ha criticato la scelta del governo sul lutto ed ha espresso la sua opinione sulla figura di Berlusconi.
“Lui è stato il primo populista di questo paese” principia. Bindi prosegue con delle affermazioni dure nei confronti dell’ex premier: “Di certo non è stato un promotore delle donne, anzi le ha usate in tutti i sensi”. Ricorda anche dello screzio che ebbero a seguito della critica di Bindi ad una delle leggi ad personam che Berlusconi fece votare al parlamento: “Mi disse che ero più bella che intelligente. Il senso di proprietà che aveva nei confronti delle istituzioni era identico a quello verso le donne”.
L’ex presidente del Pd parla del Cavaliere come un narcisista: “Era innamorato di se stesso e chi non era a sua disposizione, o soggetto del suo fascino, non rientrava nelle sue grazie”. Dopo queste aspre considerazioni, Bindi, in chiusura, riconosce a Berlusconi di essere stato “un uomo determinato, si è sempre rialzato dalle difficoltà. Da questo punto di vista l’ho apprezzato, era un combattente”.
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