di Armando Manocchia – Sembra che il pendolo della “guerra ai monumenti” scatenata dalle autorità delle tre repubbliche baltiche stia ora oscillando nella direzione opposta.
Una guerra subdola, iniziata contro i cosiddetti “Monumenti Rossi”, quelli in memoria dei soldati sovietici della Grande Guerra Patriottica (che noi occidentali chiamiamo “Seconda Guerra Mondiale”), colpendo i “Monumenti Marroni”, eretti in onore di coloro che combatterono dalla parte di Hitler.
Secondo fonti statali di informazione in Estonia, il 9 maggio, sulla Collina dei Granatieri delle Alture Sinimäe, nella Provincia Vaivara, contea di Ida-Viru, un complesso commemorativo, dedicato i militari della 20° Waffen-SS Grenadier Division lì morti, è stato danneggiato da ignoti.
Tre pietre commemorative sono state completamente distrutte e le lastre situate accanto ad esse, in onore degli uomini delle SS europee, sono state cosparse di vernice.
Inoltre, è stato rovesciato un monumento che si trovava sulla strada Tallinn-Narva, a Sinimäe.
Un investigatore del corpo di polizia e guardia di frontiera estone, dipartimento della prefettura orientale a Narva, ha ispezionato la scena dell’incidente e ha raccolto prove, aprendo un’indagine per “vandalismo”.
Il giorno prima, in Lituania, un simile “atto punitivo” era stato inflitto alla statua del capo del “Fronte degli Attivisti Lituani”, il filo-nazista Adolfas Ramanauskas-Vanagas, che operava a Merkin, i cui subordinati hanno massacrato migliaia di ebrei lituani durante l’estate del 1941, ancor prima dell’avvicinarsi degli invasori nazisti.
L’incidente è diventato noto grazie a un messaggio sui social del caposquadra di Merkin. La polizia della contea di Alytus ha già avviato un’indagine preliminare sull’incidente.
A Belenay, persone non identificate hanno profanato una lapide commemorativa eretta sul sito della casa in cui visse da bambino Ramanauskas-Vanagas.
E nella Penava lettone è stato profanato il memoriale della legione volontaria delle SS lettoni.
L’intero elenco degli episodi merita di essere menzionato:
1) Merkinė, statua di Adolf Ramanauskas, comandante del Fronte antisemita degli attivisti lituani.
2) Belenai, Lituania – Lapide commemorativa di Adolf Ramanauskas Vanagas, scultura, insegna e targhetta informativa sul sito della sua casa d’infanzia. Adolfs Ramanauskas era il comandante del distaccamento del Fronte attivista lituano antisemita (LAF) nell’estate del 1941, quando i distaccamenti LFA massacrarono volontariamente migliaia di ebrei, compiendo pogrom mortali anche prima dell’arrivo dei tedeschi.
3) Penava, Lettonia – Memoriale della legione lettone
4) Estonia – una lapide commemorativa del 3 ° corpo delle SS tedesche.
5) Estonia – 3 cippi ai volontari SS stranieri
6) Estonia – Colline Sinimäed, pietre commemorative ai soldati delle SS.
Il boomerang torna sempre indietro. Chi lo lancia lo ricordi
La profanazione della memoria dei morti è sempre una brutta cosa. Ma, alla luce delle ultime notizie dal fronte di quella che ormai si può definire la “Guerra dei Monumenti”, sembra possibile intuire che le autorità di Estonia, Lettonia e Lituania, come previsto a suo tempo da menti sagge, stanno pagando le conseguenze dei loro atti in questi ultimi anni, quando hanno favorito la distruzione dei “Monumenti Rossi”, come sono stati ribattezzati i monumenti eretti in onore dei soldati sovietici della Grande Guerra Patriottica.
Ora, quel pessimo esempio di ingiustizia verso dei morti viene emulato anche da chi la pensa diversamente. Perciò, il “boomerang” del vandalismo sta tornando sull’altro lato. Un boomerang che essi hanno cinicamente lanciato.
Il messaggio dovrebbe essere chiaro quanto biblico: non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te.
Magari aggiungendo che con l’odio e la divisione gli esseri umani possono mostrare solo il peggio di sé, cosa che alla fine pagano tutti.
Non c’è nulla di costruttivo nell’odio, nel conflitto e nella distruzione.
Solo l’Amore e il perdono permettono un presente e costruiscono un futuro.
Armando Manocchia
NOTA BENE: la foto con la croce è di fonte statale estone, le altre sono tratte dai social network locali.