Strasburgo (Francia), 18 apr. (askanews) – La dichiarazione dello stato di emergenza sui migranti da parte del governo italiano, motivata dal forte aumento degli arrivi nei primi tre mesi dell’anno, potrà servire ad aumentare le capacità di accoglienza del Paese con delle procedure più rapide, e a gestire meglio le sfide che l’Italia sta affrontando. Ma “nessun paese membro può gestire l’immigrazione da solo”, si tratta di una questione che riguarda tutta l’Ue, e che fa affrontata ricorrendo alla solidarietà tra i Paesi membri e approvando finalmente il Patto Ue sull’immigrazione e l’asilo, che offre soluzioni strutturali in una dimensione europea.
È quanto ha detto, in sintesi, il commissario Ue al Bilancio, Joahnnes Hahn, nel su intervento a nome della Commissione, questa sera a Strasburgo, durante il dibattito in plenaria del Parlamento europeo sul “bisogno di solidarietà europea per salvare vite nel Mediterraneo, e in particolare in Italia”.
“Oggi in agenda – ha esordito Hahn – c’è la solidarietà: con le persone, con esseri umani che fuggono dalla persecuzione a causa del colore della pelle, o che non hanno altra scelta che un viaggio pericoloso sperando di trovare una vita migliore. Dobbiamo trattare tutti costoro con dignità e umanità, quelli che hanno una prospettiva di ottenere l’asilo come quelli che dovranno essere rimpatriati. Ma la solidarietà ci deve essere anche tra i paesi di destinazione” dei migranti, “e quelli che alle frontiere gestiscono grandi numeri dei flussi in arrivo”.
“L’Italia – ha riferito il commissario – ha registrato più di 30mila arrivi nei primi tre mesi di quest’anno, con un aumento di quasi il 300% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Più di 1.500 persone sono arrivate solamente la settimana scorsa, molte sull’Isola di Lampedusa. Le coste di Lampedusa sono anche le costa dell’Unione europea, le persone che arrivano lì – ha ricordato – sono una responsabilità condivisa”.
“Noi sosteniamo l’Italia come Unione europea; abbiamo potuto ricollocare 950 persone, i 2/3 delle quali dall’Italia, e molte da Lampedusa, grazie al meccanismo di solidarietà volontario creato nel giugno scorso. Vogliamo che gli Stati membri ricollichino meglio e più rapidamente” queste persone. “La Commissione – ha aggiunto Hahn – incoraggia i paesi membri ad accelerare e a intensificare i propri sforzi”. “Noi – ha continuato il commissario – sosteniamo l’Italia con i nostri fondi: l’Italia è il beneficiario principale dei finanziamenti Ue” in questo settore, “ha ricevuto quasi due miliardi di euro dal 2015 dal nostro Fondo per l’asilo e l’immigrazione”. Inoltre, “la Commissione ora sta discutendo con l’Italia di eventuali altre misure di finanziamento d’emergenza aggiuntive”.
E poi, ha evidenziato ancora Hahn, “sosteniamo l’Italia tramite le nostre agenzie, che cooperano strettamente con la polizia e la guardia costiera italiane, in stretto contatto e giorno dopo giorno. Abbiamo 200 persone per l’Agenzia dell’asilo europea, anche a Lampedusa, dove aiutano i migranti a comunicare con le autorità. E inoltre abbiamo con l’Agenzia Frontex più di 300 persone, sei navi pattugliatrici, due aerei e un elicottero”, che “pattugliano il mare alla ricerca di imbarcazioni in difficolaà, per intervenire a soccorrerle.
Frontex – ha sottolineato – ha salvato più di 50.000 vite in mare”.Non meno importante è poi il fatto che “aiutiamo l’Italia con le nostre politiche: stiamo attuando – ha riferito ancora il commissario – il piano d’azione per il Mediterraneo centrale, lanciato a novembre. In questo piano continuiamo a costruire forti partenariati nell’ambito delle migrazioni con i paesi di origine, di transito e di destinazione”.In particolare, oggi, “per sostenere l’Italia dobbiamo rafforzare il nostro partenariato con la Tunisia, che fino a ora è stato il paese principale di partenza verso l’Italia quest’anno: nel corso di questo mese – ha annunciato Hahn- la commissaria europea Ylva Johansson”, responsabile per gli Affari interni, “andrà in Tunisia per lanciare un partenariato volto a lottare contro i trafficanti, e per lavorare assieme per evitare le partenze e le morti in mare, e per aumentare i rimpatri. Ma anche per fornire alternative credibili ai viaggi della morte, lanciando con la Tunisia un ‘partenariato per i talenti'”.
Il commissario ha parlato infine della dichiarazione dello stato di emergenza da parte del governo italiano, che è stata decisa “per affrontare l’aumento degli arrivi. Comprendiamo – ha osservato – che l’obiettivo principale di questa decisione è quello di aumentare le capacità di accoglienza con delle procedure più rapide nelle circostanze attuali. Ci attendiamo che lo stato di emergenza aiuti ad affrontare le vere sfide che l’Italia sta affrontando; ma al contempo – ha avvertito Hahn -nessun paese membro può gestire l’immigrazione da solo, e nessuna misura politica da sola può gestire il problema migratorio”.
“In generale, abbiamo bisogno di una politica migratoria europea complessiva. In breve – ha rilevato il commissario – abbiamo bisogno del Patto” sull’immigrazione e l’asilo. Il Patto era stato proposto dalla Commissione 2020, e da allora è rimasto a lungo congelato nei negoziati tra gli Stati membri. Solo recentemente ci sono stati dei passi avanti parziali in Consiglio Ue, e soprattutto all’Europarlamento, dove c’è stato un accordo nella commissione competente (quella per le Libertà pubbliche, la Giustizia e gli Affari interni) per il mandato negoziale dell’Assemblea.
Hahn ha quindi ringraziato il Parlamento europeo “per aver adottato un ulteriore passo avanti verso questo Patto, verso una vera politica migratoria europea. I negoziati con il Parlamento e il Consiglio Ue – ha riferito – sono stati avviati questa mattina riguardo alle procedure d’asilo, dopo che erano stati lanciati i negoziati sulla base dati Eurodac all’inizio dell’anno, e prima di iniziare a negoziare, spero la prossima settimana sullo ‘screening’ dei migranti”.”Questo mostra che l’Europa può andare e sta andando avanti sul tema dell’immigrazione e dell’asilo; la solidarietà con le persone bisognose è necessaria, ed è necessaria la solidarietà nei confronti dei paesi membri in difficoltà: possiamo e dobbiamo fare entrambe le cose. Lancio un appello a tutti voi – ha concluso il commissario rivolto agli europarlamenteri – affinché facciate quanto in vostro potere perché si possa raggiungere un accordo sul Patto prima della fine di questa legislatura”, tra poco più di un anno.