di Giuseppe Romeo – Come sempre, e per non smentire ormai un diktat da nuova Guerra sempre meno Fredda i nostri TG dimostrano quanto la qualita’ dell’ informazione nel nostro paese si sia ridotta a bassi profili di contenuti e si nasconde celebrando memorie di eventi che dovrebbero invece farci vergognare per i ritardi e per ciò che la politica di ogni colore non è stata e non è in grado di fare…(Oggi si celebra il ricordo del terremoto in Abruzzo ad esempio). Ma soprattutto, raccogliendo le perplessità della gente comune, non si comprende, salvo se non l’essere una poco onesta narrazione dei fatti e dei rischi presentata per compiacere altri, questo plauso di tutta la stampa nei confronti di chi ci sta portando come sonnambuli del 1914 in una guerra di diverse dimensioni e natura.
Dobbiamo comprendere, al di là delle ragioni degli uni e degli altri, che un passaggio al livello superiore del conflitto vedrebbe inevitabilmente il ricorso alle armi nucleari dapprima tattiche e, se non utili a negoziare una volta x tutte, anche a quelle strategiche con buona pace di Biden e amici. Il solo passaggio all’uso “tattico” non escluderebbe gli obiettivi GIÀ predefiniti x ogni sito di lancio se si dovesse poi superare il già grave livello tattico nucleare. In Italia potremmo individuarli in
Cagliari, Vicenza, Aviano, Camp Darby, Rimini, Roma, Amendola, Sigonella per citarne alcuni e senza considerare i comandi Nato di Napoli, visto il ruolo militare di alcuni e di capitale per l altro. D’altra pare, pensando a Roma, nell’ottica russa, che risale alla conquista di Costantinopoli da parte degli ottomani e al definitivo crollo di ciò che essa significava quale simbolo della romanità cristiana ad Oriente come seconda Roma, si è affermato nel millenarismo russo ortodosso il mito della Terza Roma: dopo Roma, dopo Costantinopoli, San Pietroburgo e Mosca oggi. Ovvero, il passaggio della guida della cristianità all’unica “retta via”: l’ortodossia della cristianità orientale.
Ciò significa, per farla breve, che nell’ottica russa NON VI È alcuna ragione, o scrupolo se si vuole, storica o di fede che potrebbe far sì che Roma non venga considerata un target oggi o nel prossimo futuro per immunità di simbolo. Nella competizione nucleare, inoltre, fondata sulla gestione del tempo, non vi sono spazi di decisione su quale obiettivo dirigere l’attacco nucleare o meno una volta superata, senza successo, la contingenza tattica. Ogni sistema a medio lungo raggio ha il proprio obiettivo predefinito… Ogni capitale occidentale è un obiettivo già assegnato ad un sistema di lancio pre-programmato… E, questo, fa/farà tutta la differenza e distruzione del mondo che oggi conosciamo.
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