BRUXELLES – Con l’entrata in vigore della nuova Pac 2023-27 un’azienda produttrice di mais di 100 ettari arriverà a perdere fino al 32% rispetto al precedente ciclo del sostegno comunitario (2014-22). Nel caso di un’azienda maidicola di 30 ettari la perdita è circa il 27% sul 2022. In media, le aziende specializzate nella maiscoltura perdono circa il 30% degli aiuti diretti che percepivano dalla precedente Pac. E’ il risultato delle simulazioni effettuate dall’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea).
Nella sua analisi, l’Ismea ricorda le difficoltà di un settore che è strategico per l’approvvigionamento delle filiere zootecniche nazionali, difficoltà rese ancora più drammatiche da pandemia, siccità e guerra. Gli interventi più rapidi, sottolinea Ismea, possono essere realizzati con l’innovazione tecnologica e i contratti di filiera, come l'”Accordo Quadro per il mais da granella di filiera italiana certificata” sottoscritto da tutto il comparto e il ministero, che sostiene questo tipo di accordi con aiuti specifici per la stipula di contratti pluriennali. I dati 2020, sottolinea Ismea, indicano tuttavia che meno del 18% delle superfici coltivate in Italia a mais da granella sono coinvolte in contratti di coltivazione di questo tipo. ANSA EUROPA