“La protesta delle donne per la libertà incrocia una serie di fondamentali mobilitazioni, a livello internazionale, per temi cruciali per il nostro futuro: la pace, la lotta ai cambiamenti climatici e alle povertà, il lavoro, i diritti civili e quelli delle minoranze – ha continuato Mattarella – La guerra scatenatasi con la sciagurata invasione russa in Ucraina, i conflitti etnici esplosi in diverse parti del mondo, la repressione feroce a opera dei regimi autoritari, il terrorismo internazionale, tentano di riportare indietro la storia e di negare il futuro”.
“La nostra risposta deve essere ferma. Va detto no alla sopraffazione, ai conflitti, all’odio, alla violenza. Occorre promuovere e lavorare per affermare il diritto internazionale, il multilateralismo, la collaborazione, il dialogo – ha affermato – Anche su questo fronte le donne sono preziose e determinate costruttrici di pace, di tolleranza, di amicizia, di equilibrio e di libertà. C’è un forte legame tra la libertà della donna e la speranza”.
Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, oggi 8 marzo in occasione della celebrazione al Quirinale della Giornata della donna. “Abbiamo in carica la prima donna alla guida del governo, presidente del Consiglio, nuovamente una donna alla presidenza della corte Costituzionale, da alcuni giorni una donna al vertice della magistratura – ha evidenziato – Ma certe mentalità, e soprattutto certe consuetudini errate e grandemente dannose, sono ancora presenti. Occorre un impegno ulteriore delle istituzioni, della comunità civile, delle donne e degli uomini, insieme, per rimuovere ostacoli, confutare pregiudizi, operando con azioni concrete, contrastando con forza le inaccettabili violenze e i femminicidi, che sono crimini gravissimi da sanzionare con il massimo di severità”.
“L’8 marzo non è – come a volte si sente ripetere – la festa della donna, o delle donne, ma un’occasione, preziosa, per fare il punto sulla condizione femminile nel nostro Paese, in Europa e nel mondo – ha quindi affermato Mattarellea – Ne emerge la convinzione che la strada per il raggiungimento di una parità effettiva – costituita con pienezza da diritti e da opportunità – sia ancora lunga e presenti tuttora difficoltà”. “Ma vi si aggiunge – ha proseguito il capo dello Stato – la certezza che questa strada va percorsa con il massimo di determinazione e di rapidità. Perché dalla condizione generale della donna, in ogni parte del mondo, dipende la qualità della vita e il futuro stesso di ogni società. Non può esservi vera libertà se non è condivisa dalle donne e dagli uomini”.
“La realtà delle donne che abbiamo ascoltato, le vicende di grandi donne che abbiamo conosciuto per esperienza diretta o per conoscenza della storia, di donne nella normalità della vita quotidiana, ci insegnano che donna è sinonimo di coraggio, di determinazione, di equilibrio, di saggezza, di pace, di promozione di libertà e diritti”, ha affermato.
“La protesta delle donne per la libertà incrocia una serie di fondamentali mobilitazioni, a livello internazionale, per temi cruciali per il nostro futuro: la pace, la lotta ai cambiamenti climatici e alle povertà, il lavoro, i diritti civili e quelli delle minoranze – ha continuato Mattarella – La guerra scatenatasi con la sciagurata invasione russa in Ucraina, i conflitti etnici esplosi in diverse parti del mondo, la repressione feroce a opera dei regimi autoritari, il terrorismo internazionale, tentano di riportare indietro la storia e di negare il futuro”. “La nostra risposta deve essere ferma. Va detto no alla sopraffazione, ai conflitti, all’odio, alla violenza. Occorre promuovere e lavorare per affermare il diritto internazionale, il multilateralismo, la collaborazione, il dialogo – ha affermato – Anche su questo fronte le donne sono preziose e determinate costruttrici di pace, di tolleranza, di amicizia, di equilibrio e di libertà. C’è un forte legame tra la libertà della donna e la speranza”.
“Per la paura della libertà che è paura delle donne, della loro determinazione, che la repressione di regimi autoritari si abbatte con ottuso furore sulle legittime proteste – ha detto ancora il presidente della Repubblica – Vorrei ribadire qui che si condanna da sé uno Stato che respinge e uccide i propri figli. Insieme a loro, la repressione uccide il proprio futuro. Non possiamo oggi prevedere gli sviluppi di queste rivolte. Ma sappiamo già che il seme della libertà, il seme gettato dalle giovani donne ha una forza irresistibile”.